Travel Experience

20.03.2021
Tabarka e la Tunisia che non ti aspetti!
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La storia del mediterraneo è ricca di scambi commerciali e di porti sicuri in cui le diverse popolazioni si incontravano e si stabilivano. Tabarka ne è un esempio. Oggi meta turistica ancora poco conosciuta e quindi più appetibile per chi non ama la massa. In passato era conosciuta per i banchi di corallo e proprio per la caccia all’oro rosso che nel 1540, l’ omonimo isolotto di fronta a Tabarca venne donato dal Bay di Tunisi alla famiglia genovese dei Lomellini come ringraziamento per aver favorito la liberazione del corsaro turco Dragut. A seguito dei Lomellini arrivarono un gruppo di percatori di Pegli che vissero qui per secoli fino a che i banchi di corallo non si esaurirono e come i buoni rapporti con i locali. E così nel 1738 parte dei tabarkini si trasferì in Sardegna, sull isola di San Pietro al tempo disabitata e qui fondarono Carloforte, dove ancora si parla l’antico dialetto chiamato appunto tabarkino. Della antica presenza ligure rimane il Forte genovese, ancora li, sull’isola da cui domina il mare. Il panorama è meraviglioso. Ma la storia di quest’area ha radici molto più antiche, i romani vi fondarono Bulla Regia, di cui oggi possiamo ancora ammirare le terme, il teatro, i templi. La maggior parte delle abitazioni erano costruite sotto terra per avere degli ambienti più freschi. Sicuramente una visita speciale la merita il sito archeologico di Dugga, con i suoi 25 ettari di superficie è il più famoso della Tunisia. Per gli appassionati di immersioni, Tabarka riserva un tipo di archeologia differente ma forse ancora più emozionante; infatti ci sono molti relitti che aspettano solo di essere visitati.

Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato a  Saragozza)