Segreti in tavola

05.07.2021
Appignano: scopriamo le ceramiche con Stefano Montechiarini
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Appignano (Macerata) –  Leguminaria è una manifestazione del Comune di Appignano – giunta ormai al 19° anno consecutivo – che ha lo scopo di valorizzare le produzioni tipiche locali ed il recupero dei prodotti agricoli tradizionali quali il fagiolo solfi, il cece quercia ed altri legumi, oltre a piatti e ricette antiche, il tutto
servito sulle tradizionali “cocce” dei maestri vasai appignanesi all’interno delle tradizionali “cantine” site nel centro storico, nonché è volta alla contestuale valorizzazione della antica arte della ceramica appignanese.
La LEGUMINARIA dal 2018 ha ottenuto il bollino SAGRA DI QUALITA’ rilasciato dalla Regione Marche in data 30/07/2018 n° 1033. DISCIPLINARE PER SAGRA DI QUALITA’ COME STABILITO DALLA REGIONE MARCHE ed il relativo marchio è stato registrato presso la Camera di commercio in favore del Comune di Appignano.
La manifestazione si tiene ogni anno nel periodo autunnale in ogni terzo fine settimana del mese di ottobre e si fa portavoce della buona e sana alimentazione, attraverso la riscoperta della tradizione alimentare del proprio territorio.
I legumi sono un nutrimento prezioso, contribuiscono alla sicurezza alimentare, portano benefici importanti per la salute, sono economicamente accessibili, promuovono l’agricoltura sostenibile, favoriscono l’adattamento al cambiamento climatico, promuovono la biodiversità.
Ma ad Appignano è una storia secolare: qui si coltivano da generazioni ceci (Cicer arietinum) denominati Quercia, fagioli
(Phaseolus vulgaris), lenticchie (Lens culinaris), roveja (Pisum arvense) monocromatica rosso mattone, e la varietà dei fagioli solfì Occhio di luna, specie marchigiana di piccoli e teneri fagioli bianchi di alta qualità, dalla buccia finissima, dalla consistenza cremosa e dal sapore delicato, ideali per la preparazione di squisite
zuppe.
Il Comune di Appignano, col sostegno della Regione Marche e del CRA-ORA Orticoltura di Monsampolo del Tronto (Ascoli Piceno), ha portato a termine il percorso di ricerca e sperimentazione applicata per l’individuazione, il recupero e il mantenimento in purezza degli ecotipi autoctoni di fagiolo, cece e roveja.
Grazie a questo progetto, specie che sembravano perdute sono state recuperate da molti agricoltori locali che sono tornati a coltivarle, produrle e metterle in commercio.
Nelle caratteristiche cantine e taverne del centro storico di Appignano aperte per l’occasione, si potranno assaggiare i legumi accompagnati da un buon bicchiere di Rosso Piceno delle cantine locali, serviti nelle tipiche ciotole di terracotta, le famose “cocce” o “pigne” (bicchieri e ciotole) che hanno imbandito le tavole
dei paesani per intere generazioni, e che i commensali potranno portarsi a casa come souvenir.
Si potrà gustare un menù con piatti di legumi cucinati secondo tradizione e conditi con gli olii monovarietali delle Marche, come fagioli con le cotiche, zuppa di lenticchie, ceci e tanto altro.
L’abbinamento legumi e ceramica, un connubio vincente e unico nel panorama italiano, racconta l’anima più antica e autentica di Appignano, dove la terracotta arrivò nel lontano 1557 e dove i mastri vasai realizzano da secoli vasellame e utensili da cucina (ciotole e piatti smaltati, brocche e bicchieri) ma anche, negli ultimi decenni, pezzi d’artigianato artistico di notevole finezza e creatività, una tradizione che si mantiene viva oggi grazie alla MAV, Scuola di Ceramica Maestri Vasai Appignanesi. Così, negli stessi giorni di Leguminaria, torna a rivivere anche l’arte ceramica.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicato alla ceramica di Faenza)