Travel Experience

07.02.2022
Sant’Elena, l’isola di Napoleone
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Qualche volta mi sono chiesto qual è l’ombelico del mondo? E forse l’ho scoperto in un viaggio fatto in un fazzoletto di terra di 120 chilometri quadri a sud dell’Oceano Atlantico, l’isola di Sant’Elena. Un’isola sconosciuta e inesplorata, che conoscevo solo perché meta dell’esilio di Napoleone Bonaparte. Sapevo che fino a poco tempo fa, la si poteva raggiungere solo con un cargo postale che ci arrivava ogni 4 settimane e con un viaggio di 5 giorni da Cape Town che costava migliaia di euro, ma sapendo che tutto era era cambiato, perché Sant’Elena ha finalmente un aeroporto, ho preso il mio volo e sono atterrato sull’isola dopo un viaggio di sei ore partendo da Johannesburg, in Sudafrica. Al mio arrivo ho subito socializzato con i Saints, gli abitanti che si guadagnano da vivere anzitutto con la pesca e l’agricoltura.
Quest’isola di origine vulcanica mi ha mostrato un interno montuoso ricoperto da una rigogliosa foresta , il posto perfetto per me, infatti ho potuto fare mountain bike, trekking, e scuba diving, la mia passione. La visibilità in acqua è di 300 metri, la mia curiosità era che, Sant’Elena è uno dei pochi posti al mondo dove si possono avvistare squali balena, animali rari come Jonathan la tartaruga di 186 anni che che è la più anziana al mondo e che ho potuto vedere nella Plantation House, la residenza del governatore. Soddisfatto a metà, ho visto una tartaruga quasi grande come un cucciolo di squalo balena. Ma Sant’Elena è soprattutto il ricordo di Napoleone, almeno in buona parte, e nell’isola in suo onore si entra in punta di piedi, come ho fatto anche io lungo il solco dell’antica funicolare militare che è diventata l’icona dell’isola.
La leggenda che mi hanno raccontato dice che nella Bibbia era una scala per il cielo dimenticata dagli angeli, ora è il luogo di culto per quelli che come me sono amanti del fitness a cielo aperto e che la percorrono. Prima di ripartire non potevo non omaggiare i luoghi di Napoleone andando a The Briars, il suo primo approdo nell’isola, dove la zona ancora fiorisce come lui dispose, per poi salire a Sane Valley, dove c’è la sua tomba, vuota e senza nome, ma con ancora l’eco delle sue vittorie.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato a Rovaniemi)