Travel Experience

13.10.2021
Panarea, tra ulivi, palme e bouganville
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Amici oggi giochiamo in casa andiamo in un isola italiana meravigliosa, Panarea, dove ovviamente sono arrivato in barca.
Le modeste dimensioni dell’isola mi hanno permesso di girarla completamente a piedi.
Ho cominciato dalla Contrada di San Pietro, punto di sbarco e sede del principale centro abitato di Panarea. La prima sorpresa che ho notato è la sorgente termale
adiacente all’area portuale in prossimità della Punta Peppemaria che si manifesta con l’emanazione dal fondale di acqua calda a 50°C, sfruttata dagli abitanti, e non solo, a scopo terapeutico.
Percorrendo la stradina che conduce verso la montagna mi sono immerso nel centro abitato della contrada, le case che lo compongono mantengono un’ architettura intatta dal tipico colore bianco che contrasta con il verde di palme, ulivi, arbusti di cappero e con i cangianti colori delle bouganville, pianta diffusissima in
tutto l ’arcipelago eoliano.
Percorrendo la strada a monte ho incontrato la chiesetta di San Pietro, principale edificio religioso, da dove, il 28-29 Giugno, parte la processione dell’omonimo Santo
patrono dell’isola e dei pescatori . Tra le vie che compongono l’abitato di San Pietro, quasi in anonimato, ho trovato il piccolo museo di Panarea , sede distaccata del museo Barnabò Brea di Lipari.
Dalla chiesa di San Pietro, percorrendo la strada panoramica in direzione sud, sono giunto a Drautto, dove una manciata di case si distende lungo il periplo costiero.
La contrada prese il nome dal pirata arabo-turco Draught il quale fece dell’isola uno stanziamento per l’ormeggio delle proprie imbarcazioni.
A sud della zona abitata, dopo aver superato un promontorio roccioso, sono arrivato alla frequentata caletta degli Zimmari.
Continuando nella medesima direzione si arriva a Punta Milazzese, sede di un  villaggio preistorico dove ancora oggi sono ben visibili i resti delle 23 capanne che lo componevano. Da qui un antico sentiero mi ha condotto a Cala Junco.
La baia che lo compone è a forma di anfiteatro, delimitata ai lati da stravaganti formazioni rocciose che creano così una piscina naturale, una delle baie più belle, non solo
dell’isola.
Dal porto, dopo aver percorso un breve tratto che conduce all’abitato di San Pietro per poi girare a destra in direzione nord, sono arrivato a Ditella, piccola contrada conosciuta soprattutto per le sorgenti termali e per le innocue fumarole della spiaggia Calcara.
Fine giornata in un ristorantino sul porto a mangiare gli involtini di pesce spatola, vera specialità del luogo.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato a Marbella)