Good Life

30.07.2020

Care Fave!
Una percentuale sempre crescente di persone nel mondo ha scelto di abbandonare il consumo di carne e derivati animali per convertire la propria dieta in vegetariana o vegana. Per tutte queste persone, la soia è una sorta di sacro Graal. Un vegetale saporito, facile da digerire e ricco di proteine, il sostituto perfetto insomma per chi vuole dire no alla carne. La soia, però, porta con sé più di un problema. Non cresce ovunque, per esempio, e dove viene coltivata è diventata una monocoltura che provoca un impoverimento della biodiversità e un consumo eccessivo di suolo. Dalla Danimarca, dove il 5% della popolazione è vegetariana e che è costretta a farsi arrivare la soia dal Sud America, giunge una proposta alternativa: sostituirla con le fave. Oppure sostituirla con l’amaranto, le lenticchie, la quinoia ma le fave restano sempre il candidato ideale. Non solo perché crescono anche in Danimarca, ma anche perché, con adeguata preparazione, è possibile trasformarle in una polvere ad alto contenuto proteico e di facile digeribilità, oltre che insapore. Quest’ultimo dettaglio la rende preferibile ad altre polveri vegetali ad alto contenuto
proteico come quella a base di piselli, che anche dopo il trattamento mantiene un retrogusto amaro che non tutti apprezzano. Le fave diventeranno il cibo del futuro?

 

(se l’hai perso leggi l’approfondimento Good Life dedicato ai semi di zucca)