Travel Experience

01.10.2020

Immaginate di percorrere un’antica strada romana attraversando il mare per più di due km ed alla fine di questo meraviglioso percorso scoprirete un vero gioiello, signori benvenuti a Djerba. A Djerba la vera sorpresa è che da qualunque parte dell’Italia voi arriviate troverete sempre qualcuno che vi parla in italiano fino a sentirvi chiamare addirittura “paisà”. Insomma la vera ricchezza della popolazione è che da tempo ha capito l’importanza del turismo e si è data da fare per svilupparlo sfruttando sia l’ospitalità, che il mare che alcuni siti storici davvero unici; tra questi spiccano l’antica diga romana, e sopratutto la sinagoga di Ghriba, cosa che mi ha davvero colpito, perché trovarne una, in un paese arabo, è cosa più unica che rara. Un altro luogo magico dove ho quasi consumato l’obbiettivo della mia Nikon è il lago salato di El Hamma, il posto che attrae la maggior parte dei turisti per i suoi incredibili colori al tramonto.
Ma il luogo dove chiasso e colori si uniscono a meraviglia è Houmt Souk, un susseguirsi di piazzette circondate da alberi di ibisco, con le botteghe dei gioiellieri ebrei, questo è il capoluogo jerbino, e rappresenta la classica immagine della Tunisia, con un souk, coloratissimo, che pullula di mille colori e profumi, dai vasi in terracotta alla frutta, dalle stoffe al pesce, e molte altre particolarità turistiche. Un occhio di riguardo va ai tappeti berberi, fra cui spiccano i kilim dai colori vivacissimi e i disegni geometrici, anche se a sentire la verità, di chi come me, ne ha fatto incetta per amici e parenti, non di grande pregio, ma comunque piacevoli, e adattabili a qualsiasi tipo di arredamento.
A fine giornata non tornate in albergo senza aver preso almeno un esemplare di rosa del deserto, una pietra originata dall’aggregarsi di tanti granelli di sabbia, ma so già che sara impossibile non farlo, dal momento che i ragazzi del luogo vi renderanno la vita impossibile fino a quando non ne avrete comprate almeno 3 o 4 di forme diverse. Fate come ho fatto io, e l’ultimo step, a Djerba terminatelo con l’escursione a Guellala, dove comprare le richiestissime ceramiche colorate, e dove ritroverete un vostro amico, il caldo umido, un amico che non parla ma è più appiccicoso di tutti i venditori del suk messi insieme, ma credetemi, il disagio ne vale la pena perché, caldo umido a parte, lì la sera si colora di una serie di ristorantini tipici che costeggiano il lungomare, ideali per una cena a base di pesce, dove il brick, una omelette speciale a base di tonno vi lascerà senza parole, se non due.
Grazie Djerba, ottenendo in un perfetto Italo/arabo locale, un chiarissimo…arrivederci a presto.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento dedicato alle Isole Egadi, Marettim0)