Travel Experience

10.09.2021
Ceuta, un po’ di Europa in Africa
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Amici oggi vi porto in una Spagna insolita che troverete ai confini col Marocco: cioè, sarete sempre in Europa, ma geograficamente parlando vi troverete in Africa. Andiamo a Ceuta, una città autonoma spagnola, ubicata sulla penisola proprio di fronte a Gibilterra.
Non avevo mai pensato di trascorrere qualche giorno in questo delizioso gioiellino su una sottile striscia di terra protesa nel Mediterraneo, ma dopo averla visitata ho capito che è stato un esperimento ben riuscito: culture che convivono,  che si mescolano, che si valorizzano!
Il mio viaggio per raggiungere Ceuta, ha avuto già di per sé un che di “mitico”. In barca stavo navigando tra le colonne d’Ercole e non potevo non pensare al nec plus ultra, la scritta lasciata da Eracle o Ercole durante una delle 12 fatiche per indicare il limite oltre il quale i comuni mortali non potevano andare.
Le Colonne e il Dio che le divideva mi hanno salutato da Gibilterra e mi hanno accolto a Ceuta.
Ormeggiato e sceso in porto, mi sono avviato a piedi verso il centro città. Dopo 15 minuti circa, ho trovato una rotonda con la statua di Enrico il Navigatore e un grande arco, ci sono passato esprimendo come tradizione locale un desiderio. Ho cominciato a passeggiare tra palazzi andalusi dai colori sgargianti, palme altissime e decine di localini pieni di turisti che bevevano cañas e mangiavano stuzzicanti tapas!
Senza una meta precisa, sono finito sul Paseo de la Marina Española, che si snoda con vista Parque Marítimo del Mediterraneo per godermi un tramonto strepitoso e l’accensione in contemporanea di un sistema di luci che esaltavano la bellezza dei palazzi più suggestivi della città.
Si è fatta sera ed avendo usufruito abbondantemente di aperitivo e tapas, dopo cena ho fatto una passeggiata, scoprendo un’altra Ceuta, ugualmente bellissima, ma più romantica e malinconica.
Le strade acciottolate e pulite, le piazze ampie, le fontane con giochi d’acqua, i giardini curati, tutto era valorizzato da un sistema di illuminazione dalle
tonalità aranciate che esaltava quello che di giorno mi era sfuggito all’occhio.
Per questo poi oltrepassata la piazza, sono salito subito sul tratto della muraglia percorribile dall’alto, ammirando balaustre, fossati, frangiflutti e camminamenti, oltre a godere di un fantastico panorama sul mare e sulla sottostante Piazza delle Armi.
Stanco ma completamente affascinato ho dormito in porto in barca, sognando canti di sirene che mi riportavano ancora al mito di Ercole.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato a Kyoto)