Segreti in tavola

07.07.2020
Buon Chocolate Day a tutti!
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Quanto ne sapete sul cioccolato e la sua storia?
Il Chocolate Day è la giornata dedicata a questo goloso alimento, la cui storia inizia nel Messico meridionale più di 2000 anni prima di Cristo, negli stati di Veracruz e Tabasco. In quella zona cresceva un arbusto i cui frutti, ovvero le fave del cacao, venivano utilizzate per creare una
bevanda amara e molto speziata consumata dai sacerdoti, dai re e dai nobili durante sacri e misteriosi rituali. 

Gli Olmechi la chiamavano “kakawa” e la bevanda sacra “xocoatl”.
I Maya furono i primi che riuscirono a coltivare il “kakawa” e a consumare in maniera massiccia questa bevanda. Con la decadenza di questi ultimi, la “civiltà del cioccolato” passerà nelle mani dei Toltechi e quindi degli Aztechi, peri quali il cioccolato era fonte di saggezza ed energia, balsamo emolliente e potente afrodisiaco. Era associato a Xochiquetzal, la dea della fertilità.
L’imperatore Montezuma II accolse Hernán Cortés e gli spagnoli a braccia aperte, regalandogli una piantagione intera di cacao, ma quest’ultimi non capirono inizialmente il tesoro che ricevettero in dono! tanto che lo storico milanese Girolamo Benzoni nella sua Historia del mondo nuovo (1565) scrive: “più pare beveraggio da porci che da huomini”.
I gesuiti che di cultura india se ne intendevano, intuirono le potenzialità di quel “beveraggio da porci” ed ebbero l’idea di renderla dolce, aggiungendo miele, cannella e zucchero di canna e lo importarono in Europa, via Spagna. Il successo fu grande, come il consumo, tanto che Papa Pio V consentì il consumo della cioccolata anche durante il digiuno liturgico, visto che si trattava pur sempre di una bevanda liquida, ma se preparata con aggiunta di acqua e non latte.

Dalla Spagna, il cioccolato raggiunse Torino: merito della duchessa Caterina, spagnola e moglie di Emanuele Filiberto. Un secolo dopo, a Torino, nascerà la prima cioccolateria d’Italia e nel Settecento venne inventato il primo cioccolatino (“givo”), nonché il “bicerin”, bevanda calda a base di caffé, cacao, crema di latte.
Sarà però Paul Caffarel, nel 1826, a lanciare la produzione di cioccolato solido che poi nel 1852 si evolverà nel celebre gianduiotto. La “pasta gianduia” nacque infatti per merito di Michele Prochet che, per far fronte alle difficoltà di rifornimento del cacao americano il cui prezzo era ormai proibitivo, decise di ricorrere a un prodotto locale: la nocciola delle Langhe, la cosiddetta “tonda gentile”.

Nel frattempo, gli Spagnoli avevano iniziato a diffondere il cioccolato anche al Sud, in particolare a Modica, in Sicilia. Qui nacque la prima vera barretta di cioccolato solida, ottenuta tramite la tipica lavorazione “a freddo” praticata ancora oggi: la pasta di cacao viene cotta a una temperatura compresa tra i 35 e i 40°C, che consente ai cristalli di zucchero di sciogliersi solo in parte, regalando al cacao il tipico sapore.

In Svizzera nel 1875 venne inventato il cioccolato al latte: fino ad allora il cioccolato era stato sempre e solo fondente. Il processo di meccanizzazione e l’industrializzazione della produzione del cioccolato porterà al crollo dei prezzi e alla crisi delle cioccolaterie italiane a vantaggio di quelle svizzere, belghe, olandesi, francesi e tedesche.  

A Perugia nel 1922, grazie all’intuizione di Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni, nacquero i Baci, mentre, poco dopo, a Torino nascerà l’uovo di Pasqua. Nel 1946, ad Alba, dall’impasto del gianduia arrivò la Nutella.

Qualunque sia il vostro cioccolato preferito oggi, Chocolate Day nel mondo,  è la giornata giusta per consumarlo! Senza rimorsi!

 

(Se l’hai perso dopo l’articolo sul Chocolate Day,  leggi il nostro approfondimento sul Jackfruit Day, curioso frutto al sapore di porchetta)