Good Life

21.11.2020

Questo periodo l’oggetto più discusso ma tuttavia più usato è la mascherina. Le mascherine sono diventate l’accessorio che non ci lascia mai. Tuttavia a livello ecologico risultano essere peggio delle buste di plastica: l’impatto sull’ambiente è devastante.
Lo smaltimento inappropriato delle mascherine, indossate ormai praticamente da tutti durante questa emergenza sanitaria, sta portando a nuovi concreti rischi di inquinamento marino, un problema già abbastanza serio vista la mole dei rifiuti in plastica che finiscono negli oceani ogni anno.
Le mascherine sono attualmente utilizzate in grande quantità un po’ in tutto il mondo a causa della pandemia di coronavirus ma, come tanti altri oggetti, anche queste finiscono spesso per diventare spazzatura abbandonata in ogni dove, arrivando poi al mare.
La maggior parte di queste mascherine contiene, o sono realizzate in, polipropilene, che non si decompone rapidamente.
L’inquinamento marino della plastica è un problema serio. Si stima che ogni anno oltre otto milioni di tonnellate di plastica entrino nei nostri oceani. Questa plastica non scompare ma si scompone piuttosto lentamente in micro-plastica, che entra nelle catene alimentari, con effetti devastanti.
Se solo una mascherina viene ingerita da una tartaruga locale o da un delfino rosa, potrebbe facilmente rimanere bloccata nel sistema digestivo dell’animale.

(Se l’hai perso leggi l’approfondimento Good Life dedicato alla disinfezione degli oggetti più usati)