Segreti in tavola

16.05.2020
World whisky day raccontato dal Bartender Beppe Mancini
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Oggi è la Giornata mondiale del whisky!
Il whisky più famoso è sicuramente quello prodotto in Scozia dove si producono tre categorie di acquaviti profondamente diverse: whisky di malto ricavato dalla distillazione di solo malto d’orzo detto single malt, operata solitamente con alambicco discontinuo, il blended whisky ottenuto dalla miscelazione di whisky di cereali (distillato con alambicco continuo), con whisky di malto, e il single grain ottenuto dalla distillazione di cereali diversi dall’orzo, come il frumento ed il mais e prodotto da una sola distilleria, operata con impianti a colonna, quindi con una distillazione continua. Accordi internazionali riservano l’utilizzo del termine Scotch whisky solo a quelli prodotti in Scozia, obbligando i produttori di altre regioni che utilizzano lo stesso stile di produzione a utilizzare nomi differenti.
Bourbon è un termine con il quale si identifica il whiskey prodotto negli Stati Uniti per fermentazione e distillazione di granoturco, segale e malto d’orzo e che deve il nome alla contea omonima del Kentucky, dove storicamente ne fu iniziata la produzione.
Non esistono testimonianze storiche certe sulla data della prima distillazione del whisky, ma esiste un’acerrima rivalità tra Scozia o Irlanda sulla maternità del distillato. Il commercio del whisky risale agli annali di Clonmacnoise (Irlanda), dove nel 405 si racconta di un ordine di “acque vitae” per un Chieftain di quella zona.
Nel 1707 il whisky assunse il ruolo e il simbolo della libertà americana nei confronti degli inglesi, in seguito all’inizio del suo contrabbando che durò 150 anni durante i quali il whisky veniva prodotto nelle foreste. Oggi il whisky è il distillato più prodotto e consumato al mondo e il suo mercato è in continua evoluzione (circa un milione di bottiglie l’anno).