Segreti in tavola

02.06.2023
I segreti del grano saraceno
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Sapevate che il grano saraceno non è un cereale, e soprattutto non è saraceno?

Pare infatti che questa pianta sia originaria della Siberia, della Cina e della Manciuria, e solo successivamente si iniziò a coltivare in Giappone, India e Turchia, da dove poi fu introdotta in Europa nel Medioevo attraverso il commercio marittimo, e poco a poco divenne sempre più diffuso e apprezzato.

Il grano saraceno è una pianta erbacea e annuale che, come vi dicevo, non appartiene alla famiglia delle graminacee, quindi non è un cereale, anche se viene commercializzato come tale.

Si può consumare intero, per esempio in zuppe e minestre, ma più comunemente viene ridotto in farina da cui si ottengono numerosi tipi di pasta (per esempio i pizzoccheri della Valtellina), polenta e altri prodotti, per esempio il porridge inglese o dolci e biscotti.

Il grano saraceno presenta molti vantaggi dal punto di vista nutrizionale: innanzitutto non contiene glutine, quindi è perfetto per chi soffre di celiachia o intolleranze. Poi è ricco di amido, in particolare l’amilopectina, che lo rende facilmente digeribile. Contiene molte proteine con un buon valore biologico, amminoacidi essenziali, antiossidanti, e tantissimi sali minerali, in particolare ferro e potassio, presente in quantità più elevate che nei cereali propriamente detti.

Vi svelo un segreto: tra gli antiossidanti presenti nel grano saraceno, una delle sostanze più interessanti è sicuramente la rutina, un glicoside che rafforza le pareti dei capillari. Questa è concentrata molto di più nelle foglie di grano saraceno piuttosto che nei frutti, e viene utilizzata per ridurre il rischio di emorragie nelle persone affette da ipertensione, migliorando anche la microcircolazione. È possibile trovare in commercio le foglie essiccate del grano saraceno, da consumare in infusione.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicato ai capperi delle Eolie)