Travel Experience

19.01.2021
Isola Margarita
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Oggi parliamo di un altro paradiso dei Caraibi ovvero, l’isola Margarita, partendo dall’aeroporto internazionale di Caracas, sono atterrato a Porlamar. La più grande città dell’isola. Al mio arrivo mi sono sentito a casa, infatti sono tanti i negozi, le pizzerie e ristoranti i cui proprietari sono italiani. La prima cosa che mi ha colpito di questo paradiso dei Caraibi e che oltre alle molte spiagge ed alberghi ho trovato molti centri commerciali organizzatissimi per i cittadini margaritegni e soprattutto per i turisti come me, ristorazione, cinema, divertimento notturno, incredibile per una città così piccola. Alla mia prima giornata ho subito visitato numerose spiagge, molte organizzate per tutti gli sport acquatici, la mia passione, con una nuova scoperta fatta li, ovvero il parco di Waterland dove ho potuto fare il bagno con i delfini, credetemi una sensazione unica, poi ho raggiunto il nord dell’isola, arrivando a Playa el l’Agua una delle spiagge più popolari con chilometri e chilometri di fine sabbia, bevendo,ma con poco alcool indovinate cosa? un margarita ovviamente, quindi ancora sobrio e sapendo di una gara Internazionale di kitesurf mi sono trasferito a bordo di un quad a Playa el Yaque, ed ho capito ammirando evoluzioni incredibili perché è conosciuta internazionalmente come un eccellente luogo per questo sport. Voglio spezzare una lancia sul fatto che l’isola Margherita sia considerata molto pericolosa, io ho solo visto, sole, mare e spiagge meravigliose, in realtà è anche vero, che è preferibile frequentare solo zone turistiche dove è presente la vigilanza, evitate di frequentare, zone senza la guida, non correrete rischi di ruberie in generale. Su consiglio di un italiano trapiantato da anni, ho fatto una visita, alla prigione di San Antonio. Si trattava di un penitenziario autogestito dai carcerati, in base ad un tacito accordo con le autorità venezuelane. I reclusi passavano il loro tempo anche in aree a cielo aperto dove era presente anche una piscina, si tenevano concerti, combattimenti di galli, i locali mi hanno detto che quella situazione aveva consentito di ridurre drasticamente gli episodi di violenza sia all’esterno che all’interno della prigione, ma poi la prigione nel 2016 è stata chiusa dal governo, ed oggi, come è apparsa a me, rimane drasticamente solo il simbolo di una libertà utopica.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato a Cipro)