Travel Experience

06.03.2022
Tetiaroa, il luogo sacro dei polinesiani
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Quando mi chiedono quale è stato il viaggio più lungo che ho fatto rispondo quello che con quasi 26 ore di aereo che mi ha portato dall’Italia in Polinesia Francese. Qui ho visitato l’unico atollo nelle isole Sopravento Settentrionali, dette isole della Società, ovvero Tetiaroa. E’ un autentico paradiso, ho visto posti da sogno come una laguna incontaminata popolata da tartarughe marine, flora e fauna acquatica di ogni genere, spiagge di sabbia bianca e palme da cocco.
Sono arrivato a Tetiaroa con grandi aspettative sapendo che è da sempre considerata un luogo sacro per i Polinesiani, soprattutto perché nei secoli scorsi era stata scelta dalla famiglia reale tahitiana Pomare, come meta d’elezione e sull’atollo ho infatti potuto visitare numerose testimonianze archeologiche e antichi marae.
“Marae” in lingua Maori significa luogo sacro. Ho voluto vedere i luoghi cari a Marlon Brando che qui nel 1960 durante le riprese del film “Gli ammutinati del Bounty”, rimase incantato da questo atollo, e si innamorò di questo incontaminato angolo di Polinesia che poi finì per acquistare nel 1966. Ho scoperto davvero un piccolo mondo a parte, del diametro di 7 chilometri e circondato da 13 motu. “Motu” in polinesiano significa isola, isole ovviamente tutte circondate dalla barriera corallina.
Per tutta la mia permanenza il rumore degli uccelli mi ha fatto da contorno. Tetiaroa è chiamata anche ‘l’isola degli uccelli’ poichè è una vera e propria riserva di uccelli marini; ho ammirato fregate, sterne nere, sule marroni che vengono a costruire sull’isola il loro nido durante la stagione degli amori.
La vera sorpresa è stata la cucina di Tetiaroa, incredibile, location la spiaggia, sedie, tronchi di cocco tagliati a metà, tavolo, vecchi legni incollati l’uno all’altro, piatti, foglie di banano e soprattutto come cibo si comincia con una sfilza di antipasti a base di pesce fresco, su tutti una tartare di tonno con latte di cocco e lime, seguiti dall’aragosta alla Vahiné, piatto tipico polinesiano a base di polpa di aragosta macerata con succo di limetta e aromatizzata con erbe polinesiane. Sorprendente anche la birra, un’ incredibile varietà polinesiana, mi ricordo anche la marca, Minano, la birra di Tahiti, talmente buona che per me è stato un attimo pensare che grazie alla Minano più che Milano la vera città da bere è Tahiti.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato all’isola di Khizi)