Segreti in tavola

19.09.2022
Terra Madre: con Federico Varazi parliamo di Rigenerazione dei paesi e biodiversità
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Terra Madre Salone del Gusto torna a Torino dal 22 al 26 settembre 2022. La manifestazione di Slow Food, Comune di Torino e Regione Piemonte anima le architetture ex industriali di Parco Dora a Torino con le sue forme, i colori e profumi, le sue voci ma anche con la gioia e l’entusiasmo di potersi incontrare di nuovo, convinti che il cibo possa essere un ponte per la pace e mostrando come, attraverso l’inclusione e lo scambio, possiamo coltivare insieme un presente migliore.

Giunta alla 14esima edizione, la più importante manifestazione internazionale dedicata al cibo buono, pulito e giusto e a chi lo produce, riunisce a Torino oltre 3 mila contadini e allevatori, popoli indigeni e cuochi, migranti e giovani attivisti da 150 Paesi e 700 espositori del Mercato intorno al claim #RegenerAction: una rigenerazione che parte dal cibo affinché questo diventi motore della transizione ecologica necessaria al profondo rinnovamento del pensiero e della società, unica via per affrontare le crisi in atto. Rinnovare le pratiche agricole, i sistemi di produzione e distribuzione, le diete e le abitudini di consumo, nelle città come nei piccoli borghi, sono azioni tangibili e concrete che la comunità globale può e deve sostenere.

Rigenerare i luoghi significa riattivare il tessuto sociale delle comunità che li abitano, prendersi cura del territorio, dare valore alle produzioni agricole e ai paesaggi, promuovere forme di turismo rispettose del contesto. Rigenerare e la rigenerazione saranno i temi centrali del prossimo Terra Madre di Torino dal 22 al 26 settembre. Si rigenera un albero mutilato di un suo ramo, un suolo impoverito da diserbanti e dalla chimica di sintesi, le montagne con l’allevamento e la salvaguardia dei prati stabili e le nostre aree interne che negli anni abbiamo abbandonato a sé stesse. Aree più lontane dai centri urbani maggiori, aree montane spesso dimenticate o colpite da grandi tragedie come il terremoto in Appennino centrale dove la rigenerazione può avvenire solo attraverso la piccola economia generata dalla tutela della biodiversità. Quando salviamo un fagiolo, con un Presidio Slow Food, non è per il fagiolo in sé, ma per il territorio, per l’economia delle famiglie “rimaste” in quel luogo e che su quello sanno creare il loro futuro evitando lo spopolamento. Se c’è economia c’è lavoro, ci sono botteghe che riaprono e servizi: le scuole, le poste, la banca. Rigenerare i nostri paesi attraverso la biodiversità diventa allora anche turismo, turismo di prossimità, lento, sostenibile anche in montagna.

 I nostri paesi rigenerati possono diventare uno strumento di contrasto verso i cambiamenti climatici attraverso un’agricoltura più a misura d’uomo alternativa alla monocultura e all’intensivo ma anche un laboratorio di sopravvivenza. Se le temperature continueranno ad aumentare secondo gli scenari che gli scienziati ci propongono (aumento di 4, 5 gradi) molte zone di pianura diventeranno invivibili e saremo costretti anche noi a delle “migrazioni” verso i paesi, verso zone più fresche e lontane dalle città.

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