Travel Experience
Non so voi, ma io quando atterro su un’isola nuova, la prima cosa che faccio è annusare l’aria. Quella di Tenerife ha un odore preciso: oceano, banane e qualcosa di secco… lava, forse.
L’isola è un puzzle: tropicale, vulcanica, urbana, selvaggia. E oggi decido di cominciare dall’alto. Salgo verso il Teide, il gigante buono che dorme nel cuore dell’isola. Si passa dal verde acceso dei pini al paesaggio lunare della cima. Quando arrivo in quota, sembra di stare su Marte. O su un set di “Star Wars”.
Ma Tenerife è anche mare, e io il mare non posso proprio ignorarlo. Scendo fino a Garachico, un borgo incastrato tra rocce laviche e onde nervose. Mi tuffo in una piscina naturale scavata nella pietra. Acqua fredda, cielo rovente, e il rumore dell’oceano che pare masticare la costa.
A cena mi coccolo: papas arrugadas, quelle patate rugose col mojo che brucia e consola insieme. E pesce fresco, servito senza troppi fronzoli, ma con l’orgoglio di chi lo ha pescato stamattina.
La notte arriva chiara, piena di stelle. E io resto lì, seduto, sentendo il vento e osservando le luci lontane… con la voglia di scoprire cosa c’è dietro la prossima curva di questa isola vulcanica e affascinante.