Travel Experience
Sofia non urla, non si mette in mostra. Ti guarda, silenziosa. E aspetta che tu sia pronto. È una città che va ascoltata. I suoi ritmi sono pacati, la gente osserva prima di parlare, ma quando lo fa… ti racconta molto. Ho iniziato la giornata al mercato delle donne, tra ortaggi appena colti, spezie forti e voci familiari. Poi mi sono seduto su una panchina davanti alla Cattedrale di Aleksandr Nevskij: imponente, dorata, quasi irreale nella sua bellezza bizantina. La sera ho cenato in una mehana, circondato da legno scuro, musica tradizionale e profumi d’infanzia. La cucina bulgara è un viaggio dentro casa: zuppe dense, formaggi freschi, melanzane ripiene, vino rosso servito come gesto d’accoglienza. Poi ho scoperto il lato giovane della città: gallerie underground, bar nascosti nei cortili e artisti che rivestono muri anonimi di colore e memoria. Sofia è fatta di strati: Roma, Bisanzio, l’Impero Ottomano, l’URSS. Ogni epoca ha lasciato qualcosa, ma niente è stato cancellato. Una città che non cerca l’effetto speciale, ma ti regala l’essenziale: presenza, profondità e verità.