Quando atterri a Socotra, ti chiedi se sei ancora sulla Terra. Quest’isola, parte dello Yemen, è un arcipelago alieno, con alberi che sembrano usciti da un sogno. Il più famoso è l’albero del sangue di drago: enorme, a forma di ombrello, con linfa rossa.

Le spiagge sono bianche e deserte. Le montagne, scavate dal vento, nascondono grotte e sorgenti segrete. E la gente? Pochi, gentili, silenziosi. Vivono di pesca e pastorizia e ti guardano con curiosità, ma mai con diffidenza. Qui tutto è semplice, ma essenziale.

Non ci sono resort, né connessione, né comodità. Ma c’è la meraviglia. Quella pura, autentica, che ti fa sentire piccolo, ma immensamente vivo.

Cammino per ore senza vedere nessuno. Solo vento, sabbia e forme che non esistono da nessun’altra parte del mondo.

Mi fermo a dormire sotto le stelle, in una tenda. Il cielo è il più nero che abbia mai visto. E le stelle… milioni, ovunque. Sento il vento passare tra le rocce e capisco: questo è un mondo ancora intatto. E forse, un’ultima occasione per ascoltare la natura prima che cambi per sempre.