Segreti in tavola

01.06.2025
Lo Shake: Il Bartender Igor Tuliach ci svela tutti i segreti di questa tecnica
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Nel mondo affascinante della mixology, la tecnica dello shake (o agitazione) è una delle più iconiche e fondamentali. Ma cosa la rende così speciale e quando è il momento giusto per “shakerare” un cocktail? Ce lo svela il bartender Igor Tuliach, guidandoci attraverso i segreti di questo movimento energico che ha radici storiche: già nell’Ottocento, infatti, i pionieri del bartending sperimentavano metodi per miscelare al meglio gli ingredienti, gettando le basi per la tecnica dello shake moderno.

Cos’è esattamente la tecnica dello shake?

Come ci spiega Igor Tuliach, “lo shake è quella tecnica energica e spesso scenografica che consiste nel mescolare gli ingredienti all’interno di uno shaker, con un movimento rapido e vigoroso.”

Ma a cosa serve esattamente?

  • Miscelazione Perfetta: Amalgama intimamente tutti i componenti del cocktail.
  • Raffreddamento Rapido: Il contatto con il ghiaccio nello shaker abbassa velocemente la temperatura del drink.
  • Aerazione e Texturizzazione: L’agitazione incorpora aria, che può donare una leggera cremosità o una piacevole schiuma in superficie, a seconda degli ingredienti.

Quando shakerare un cocktail: i consigli di Igor Tuliach

“La scelta di shakerare non è casuale,” sottolinea Tuliach. “Lo shake è ideale quando si vogliono raggiungere determinati risultati e si lavora con specifici ingredienti.” Ecco le situazioni in cui lo shaker diventa il tuo migliore alleato:

  • Ingredienti con Densità Diverse: È la tecnica d’elezione se il tuo cocktail include succhi di frutta (come limone, lime, arancia), sciroppi, liquori cremosi, panna o uovo (albume o intero). Lo shake garantisce che questi elementi, altrimenti difficili da amalgamare, si leghino perfettamente agli spirits.
  • Creazione di un Cocktail Omogeneo e Fresco: Se l’obiettivo è un drink ben freddo, vivace e perfettamente integrato in ogni sua parte, lo shake è la via da percorrere.

Cocktail iconici che nascono dallo shake

Molti dei drink più amati al mondo devono la loro fama e il loro profilo gustativo proprio alla tecnica dello shake. Igor Tuliach ci ricorda alcuni classici intramontabili:

  • Margarita: Tequila, triple sec e succo di lime.
  • Daiquiri: Rum, succo di lime e sciroppo di zucchero.
  • Whiskey Sour: Whiskey, succo di limone, zucchero e spesso albume d’uovo.
  • Pisco Sour: Pisco, succo di lime, sciroppo di zucchero, albume d’uovo e angostura.
  • Cosmopolitan: Vodka, triple sec, succo di lime e succo di mirtillo rosso.

Queste bevande, grazie allo shake, risultano fresche, a volte cremose, e con tutti gli aromi perfettamente fusi.

Il bicchiere giusto

Anche la scelta del bicchiere gioca un ruolo fondamentale. “Per i drink shakerati,” spiega Tuliach, “si prediligono spesso bicchieri a coppa, come la classica coppetta cocktail o la coupette.” Questa tipologia di bicchiere è ideale perché:

  • Esala la cremosità e la texture setosa che lo shake può conferire.
  • Mette in risalto la freschezza del drink.
  • Permette di apprezzare eventuali guarnizioni o la schiuma superficiale.

Secondo Igor Tuliach, la tecnica dello shake porta con sé una vera e propria filosofia: è sinonimo di energia, freschezza e un certo impatto immediato. È un gesto che infonde vita nel cocktail, rendendolo vibrante e invitante. Ogni shake ben eseguito è un passo verso la creazione di un’esperienza di degustazione memorabile.