Segreti in tavola
C’è un peperoncino che, più di altri, riesce a mettere d’accordo gli amanti del piccante e i palati più prudenti. È il jalapeño, un piccolo concentrato di gusto che arriva dal Messico e oggi si fa strada anche nelle cucine italiane e perfino nei nostri campi.
Originario dello stato di Veracruz, il jalapeño deve il suo nome alla città di Xalapa, da cui ha preso il via per conquistare il mondo. È uno dei peperoncini più amati a livello globale, grazie alla sua intensità moderata: sulla scala di Scoville si colloca tra i 2.500 e gli 8.000 SHU, rendendolo accessibile anche a chi solitamente fugge dal fuoco del peperoncino.
A livello organolettico, il jalapeño è un piccolo esplosivo di profumi: carnoso, verde brillante quando acerbo e rosso intenso a maturazione completa, ha un sapore erbaceo, fresco, leggermente affumicato se arrostito o secco. È proprio questa sua versatilità a renderlo protagonista di mille ricette.
Dal punto di vista nutrizionale, contiene vitamina C, vitamina A, antiossidanti e capsaicina, il composto responsabile della piccantezza, noto per le sue proprietà antinfiammatorie e per stimolare il metabolismo. Inoltre, è povero di calorie, il che lo rende perfetto anche in diete leggere ma saporite.
In cucina è amatissimo per arricchire salse, tacos, burritos, hamburger e pizze. Ma dà il meglio di sé anche tagliato fresco nelle insalate, oppure farcito con formaggio e gratinato, come nei celebri jalapeño poppers. In versione affumicata e secca prende il nome di chipotle, ingrediente chiave nella cucina tex-mex.
E se pensate che sia solo un affare d’oltreoceano, vi sbagliate: il jalapeño oggi si coltiva anche in Italia, soprattutto in alcune zone del Sud, come Calabria, Sicilia e Puglia, dove il clima caldo e asciutto favorisce la crescita di piante sane e produttive. Alcuni produttori lo propongono anche in versione biologica, fresco, essiccato o sott’olio, per reinterpretare il piccante in chiave mediterranea.