Segreti in tavola
Nel cuore di Roma, ai piedi di Villa Celimontana, la città riscopre un frammento della sua storia più antica. Il 29 settembre è stata inaugurata la nuova Vigna di San Sisto, un vigneto urbano che unisce magistralmente tradizione e innovazione.
In questa puntata, Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti, svela i segreti di questo luogo incredibile. Su una superficie di 1.400 metri quadrati, sono stati piantati vitigni che gli antichi Romani conoscevano bene: Malvasia puntinata, Mammolo, Moscato di Terracina, Cesanese, Nero Buono di Cori, Bellone e Abbuoto. Sono le uve che un tempo prosperavano sulle colline del Palatino e che oggi tornano a vivere, grazie al progetto Roma Mater Vinorum, restituendo alla Capitale la memoria della sua vocazione agricola.
Ma la Vigna di San Sisto non è solo un omaggio al passato: è anche un laboratorio ambientale a cielo aperto. Grazie alla collaborazione con la startup Citiculture, i filari sono stati dotati di sensori climatici alimentati da pannelli fotovoltaici. Questi sensori sono in grado di monitorare temperatura, umidità, intensità solare e persino la presenza di inquinanti come PM2,5 e PM10. Dati preziosi per studiare la qualità dell’aria, contribuire alla mitigazione climatica e favorire la biodiversità e gli insetti impollinatori.
L’Assessora Alfonsi sottolinea come il vigneto “apra un nuovo capitolo della viticoltura urbana, restituendo alla città un’immagine antica e al tempo stesso innovativa”.
La Vigna di San Sisto diventa così il simbolo di un percorso più ampio: una futura rete di vigneti urbani e itinerari culturali che, affiancando i tesori archeologici e artistici, racconteranno anche la storia agricola di Roma. Perché, ancora una volta, le radici del futuro della Capitale affondano nelle radici della vite.