Da Non Perdere

05.12.2018

L’intervista di Prisca Civitenga a Valerio Mastandrea

 

 

Un esordio originale e molto particolare quello dell’attore romano Valerio Mastandrea dietro la macchina da presa, Ride è l’unico film italiano presentato in concorso al Festival di Torino 2018. Mastandrea racconta l’elaborazione di un lutto, ma lo fa in modo inaspettato, con delicatezza e leggerezza. Carolina è una giovane vedova che perde il marito a causa di un incidente in fabbrica e resta sola con un figlio di dieci anni. “Io voglio e devo stare male, è un mio diritto” dice, ma non riesce a piangere e non si dispera come vede fare a chi le sta intorno. Questo è il cuore del film, lo spunto, a cui si legano altri temi cari a Mastandrea: le morti bianche, il rapporto genitori-figli, l’amicizia, la sete di riscatto, la disillusione e l’amore per la vita. Intorno a Carolina ruotano diversi personaggi, il suocero ex operaio, Reanto Carpentieri, che con i suoi amici ricorda i tempi degli scioperi in fabbrica, il figlio, il piccolo Arturo Marchetti, alle prese con i compagni di scuola e il migliore amico, il cognato sbandato e pieno di rabbia, Stefano Dionisi.

Per il ruolo della protagonista Mastandrea ha scelto Chiara Martegiani, sua compagna nella vita, e le ha cucito addosso un bel ritratto femminile che rimane nel cuore dello spettatore.

SINOSSI

Una domenica di maggio, a casa di Carolina si contano le ore. Il lunedì successivo bisognerà aderire pubblicamente alla commozione collettiva che ha travolto una piccola comunità sul mare, a pochi chilometri dalla capitale.

Se n’è andato Mauro Secondari, un giovane operaio caduto nella fabbrica in cui, da quelle parti, hanno transitato almeno tre generazioni. E da quando è successo Carolina, la sua compagna, è rimasta sola, con un figlio di dieci anni, e con una fatica immensa a sprofondare nella disperazione per la perdita dell’amore della sua vita.

Perché non riesce a piangere? Perché non impazzisce dal dolore? Sono passati sette giorni ormai e per lei sembra non essere cambiato nulla. Nonostante gli sforzi, non riesce ad afferrare quello strazio giusto, sacrosanto e necessario a farla sentire una persona normale.

Manca solo un giorno al funerale e tutti si aspettano una giovane vedova devastata. Carolina non può e non deve deludere nessuno, soprattutto se stessa.

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