Good Life

08.04.2021

Oggi parliamo del Plogging. Una parola che ne unisce insieme due: jogging e plocka upp, che in svedese vuol dire “raccogliere”. Il plogging altro non è che un’originale attività sportiva che al normale esercizio fisico unisce l’attenzione per l’ambiente. Nello specifico, mentre si corre bisogna raccogliere i rifiuti che si trovano durante il percorso. Naturalmente per motivi di igiene è molto importante indossare i guanti durante il plogging e bisogna portare con sé anche qualcosa per poter raccogliere la spazzatura trovata a terra in attesa di smaltirla correttamente tramite raccolta differenziata. L’idea è venuta all’attivista ambientale svedese Erik Ahlström, stanco di vedere spazzatura in ogni dove nella sua città natale, Stoccolma. L’ha poi proposta su Instagram e non a caso c’è l’usanza tra i plogger di condividere sui social il loro “bottino” di rifiuti, trovati durante una sessione di corsa. Normalmente vi è anche la possibilità di unirsi in gruppi per praticare plogging insieme (era questa l’idea originaria di Erik Ahlström) ma ora a causa della pandemia si continua a correre e raccogliere principalmente in solitaria, in coppia o con i propri famigliari. Pensa quanto sarebbero più puliti i nostri parchi, le spiagge, le strade, ecc. se tutti i runner unissero alla semplice corsa anche questo genere di raccolta, che tra l’altro grazie ai piegamenti e altri movimenti fatti per tirare su la spazzatura da terra garantisce anche un esercizio extra. Adesso, durante la pandemia da coronavirus, è più che mai importante praticare il plogging dato che, come avrai sicuramente notato, si trovano mascherine ovunque abbandonate per strada, nei parchi, nei fiumi, nel mare e portate anche nei luoghi più remoti dal vento o dall’inciviltà umana.

(Se l’hai perso leggi l’approfondimento Good Life dedicato a come Pickleball)