Segreti in tavola
C’è un profumo che racconta immediatamente il Mediterraneo, le coste assolate, la cucina semplice ma intensa delle nostre tradizioni: è l’origano. Un’erba aromatica che non è solo una spezia, ma un simbolo. Lo usavano già gli antichi Greci e i Romani, non solo in cucina ma anche come pianta sacra: l’origano – il cui nome deriva dal greco oros (montagna) e ganos (splendore) – era ritenuto un dono di Venere e si intrecciava nei riti di nozze o nei ramoscelli per onorare i defunti.
In Italia ne esistono diverse varietà autoctone, ognuna con un profumo unico, legato al microclima e al terreno in cui cresce. Le più note sono l’Origano vulgare subsp. hirtum, noto anche come origano greco o siciliano, dal profumo intenso e pungente, e l’Origano vulgare subsp. virens, più delicato, molto diffuso nel centro Italia. C’è poi l’origano di Pantelleria, più morbido e profondo, usato anche nella produzione del famoso cappero di Pantelleria IGP.
Dal punto di vista organolettico, l’origano colpisce per il suo aroma caldo, balsamico, leggermente piccante. È ricchissimo di olio essenziale, in particolare carvacrolo e timolo, potenti antiossidanti naturali. Contiene anche flavonoidi, vitamina C e sali minerali, che lo rendono un ottimo alleato per il sistema immunitario e la digestione.
In cucina è un ingrediente insostituibile: si sposa perfettamente con pomodoro, formaggi, carni, pesce azzurro. Impensabile una pizza marinara senza origano, o una buona insalata alla contadina. In Sicilia e Calabria, è protagonista in moltissime conserve estive, nei condimenti per olive e nei piatti di verdure stufate.
Le coltivazioni più pregiate si trovano in Sicilia – nelle province di Trapani, Agrigento e Palermo – dove l’origano viene ancora raccolto a mano e fatto essiccare in mazzetti al sole. Ma si coltiva anche in Basilicata, Puglia e Calabria, mentre nel Centro Italia si trovano varietà spontanee e coltivate nei monti dell’Umbria e dell’Abruzzo.
L’origano, insomma, non è solo una spezia: è un tratto d’identità, un’essenza di storia e territorio. Un piccolo fiore che conserva il sapore del nostro sud e la memoria delle nostre montagne.