Segreti in tavola
Siete amanti del cioccolato?
Beh allora per voi oggi è una di quelle giornate da segnare in calendario perché oggi è il Pralines Day, giorno ideale per mangiare le praline senza rimorsi e per festeggiare questi golosissimi dolcetti di cioccolato che hanno origine in Francia.
La storia (o leggenda) della pasticceria sembra fatta di pasticci e pasticcioni. Anche quella della pralina, goloso dolcetto di cioccolato dal “cuore” piacevolmente morbido, non è da meno ed ha per “colpevole” monsieur Clement Jaluzot, cuoco di César de Choiseul, duca di Choiseul e conte di Plessis-Praslin,
Una sera, mentre era intento a preparare una cena di gala per il duca e i suoi ospiti, il nostro Clement fece cadere, ovviamente per errore, lo zucchero fuso in un composto di mandorle tritate. La grandeur francese non escludeva forme nascoste di economia nei palazzi, per cui l’ingegnoso cuoco ricoprì con cioccolato fuso quelle preparazioni ricche e croccanti, e le servì come dessert. Il duca ne rimase entusiasta tanto da proporre le raffinate delizie di cioccolato a tutte le sue feste.
La fama dei deliziosi cioccolatini del duca, divenuto nel frattempo ministro di Stato, era giunta a Versailles. Una sera, durante un’impegnativa cena (una di quelle molto importanti, in cui anche un Ministro può giocarsi la carriera), il Re Luigi XIV gli venne chiesto davanti a tutta la Corte il nome di quelle straordinarie squisitezze. Per farsi bello il duca di Praslin non esitò a sparare una sonora bugia: «Siccome le ho inventate io le ho data il mio nome…. Praline!».
Comunque, la storia (o la leggenda) racconta che anche il vero inventore ebbe la sua ricompensa. Alla fine di una lunga e onorata carriera il fedele Clément si ritirò nel suo paese, Montargis in Francia, dove aprì una pasticceria che è sopravvissuta fino ai nostri giorni.
Per pralina si intende oggi una noce di cioccolato che racchiude una farcitura cremosa. La prima pralina fu realizzata a Bruxelles nel 1912 da Jean Neahaus. Pochi anni più tardi, per ragioni igieniche venne dotata di ballotin, ovvero racchiusa in un fogliettino di carta pieghettata perché era venduta anche singolarmente.
(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicato al picnic day)