Segreti in tavola

29.08.2025
Nicola Santini ci svela i segreti del Galateo del caviale
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Poche prelibatezze evocano lusso e raffinatezza come il caviale. Ma dietro quelle minuscole perle nere si nasconde una storia antichissima e un’arte di produzione complessa. 

Il caviale si ottiene dalle uova di storione, un pesce che abita i fiumi e i mari da milioni di anni. La lavorazione è un rituale delicato: le uova vengono estratte manualmente, lavate, selezionate e salate con precisione quasi chirurgica, per preservarne la purezza e il gusto unico.

E come si gusta? Nicola santini, giornalista e scrittore esperto di Buone Maniere in questa puntata ci racconta che il galateo del caviale vuole che non lo si accompagni con cucchiaini di metallo, ma con madreperla, osso o legno, per non alterarne l’aroma. In bocca deve sciogliersi lentamente, sprigionando note marine, burrose e leggermente nocciolate. Si serve tradizionalmente sopra blinis caldi con panna acida, ma i veri intenditori lo assaporano al naturale, magari con un calice di Champagne o di vodka ghiacciata.

Anche la conservazione richiede cura: va tenuto in frigorifero, a temperature basse e costanti, e consumato appena aperto, perché l’aria ne altera rapidamente fragranza e freschezza.

E se una volta erano Russia e Iran a dominare il mercato, oggi l’Italia è diventata una delle patrie del caviale di qualità. In Lombardia, nelle acque del Parco del Ticino, nascono eccellenze come il Caviale Calvisius e l’Adamas; mentre in Veneto e Piemonte si coltivano varietà pregiate di storione siberiano e beluga allevati in acque purissime. Un primato silenzioso, che ha portato il nostro Paese a essere tra i primi produttori mondiali.

Il caviale, dunque, non è solo un simbolo di lusso, ma un viaggio sensoriale che unisce tradizione, tecnica e territorio. Un piccolo scrigno di mare che si scioglie in un istante, regalando un ricordo indelebile.