Segreti in tavola

16.07.2025

Tra le tante erbe aromatiche spontanee che crescono lungo i sentieri assolati dell’Italia centrale, ce n’è una dal profumo inconfondibile, che racconta storie antiche e ricette dimenticate: è la nepetella, conosciuta anche come mentuccia, nipitella o nepeta. Piccola, discreta, ma dal carattere deciso, questa pianta appartiene alla famiglia delle Lamiaceae – la stessa della menta e dell’origano – e cresce selvatica in prati aridi, ai margini dei campi e fra i muretti a secco, soprattutto in Toscana, Lazio, Umbria e Abruzzo.

La nepetella si raccoglie tra la fine della primavera e l’inizio dell’autunno, quando le sue foglioline sono tenere e profumate, e inizia la fioritura con piccoli fiori violetti. Per conservarla, si può essiccare in mazzetti all’ombra, in un luogo ventilato, oppure congelarla dopo averla tritata, così da averla pronta all’uso in ogni stagione.

Ma è in cucina che la nepetella svela il suo vero potere: un aroma che ricorda la menta, ma con una nota più selvatica e amarognola, perfetta per esaltare piatti di funghi, carni bianche, verdure e formaggi. Un ingrediente che non cerca il palcoscenico, ma sa come fare la differenza.

In Toscana, ad esempio, viene usata per insaporire i funghi porcini trifolati o nelle frittate rustiche con uova e pecorino. Nel Lazio, è immancabile nella ricetta delle lumache in umido, le cosiddette lumache alla romana, cucinate con pomodoro, peperoncino e abbondante mentuccia. In Umbria, si aggiunge al ripieno delle torte di verdura, mentre in Abruzzo può profumare le zuppe di legumi o accompagnare le carni di agnello cotte lentamente al forno.

Insomma, la nepetella è una di quelle erbe che sanno di casa e di tradizione, che profumano l’aria nei borghi italiani e portano con sé una cucina semplice, ma ricca di sapore. Basta una foglia per trasformare un piatto.