Travel Experience

22.10.2021
Mykonos, il blu che diventa arancio al tramonto
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Amici torniamo in Grecia, in uno dei paradisi del divertimento estivo ma che realtà si protrae per tutto l’anno: Mykonos.
Nell’immaginario collettivo Mykonos è sinonimo solo di movida, l’isola invece come ho potuto constatare vanta un ricco passato e ha molto da offrire anche agli appassionati come me di storia e cultura.
Molti degli edifici risalgono al XVI secolo, epoca in cui i mulini a vento in cima alle colline trasformarono l’isola in un importante porto agricolo per il commercio di farina.
Al mio arrivo sono partito da Chora, nota anche come Hora o Città di Mykonos, l’insediamento più grande e popoloso dell’isola.
L’accrocco di case, chiese e mulini intonacati con calce bianca che si arrampicano sulla collina mi ha mostrato il tipico esempio di architettura in stile cicladico.
Al mattino, mescolato tra gli abitanti del posto ho passeggiato tra i banchi del mercato nei pressi del Porto Antico, per poi rilassarmi sotto il sole e respirare un
po’ di salsedine, concedendomi una selezione di antipasti locali accompagnata da un bicchiere di vino in uno dei ristoranti sul lungomare.
Affittata un’auto, mi sono diretto verso il faro di Armenistis che si trova su un promontorio a nord-ovest dell’isola.
Costruito nel 1891, misura 19 metri in altezza. Anche se non sono potuto salire al suo interno, da lì ho avuto una vista panoramica sull’entroterra di Mykonos, sul Mar Egeo e sulle vicine isole di Tino, Rineia e Delo.
Tornato in città, e attraversando le stradine che scendono verso il mare, sono arrivato al quartiere di Mikri Venetia, ovvero “Piccola Venezia”, noto per le sue case del XVIII secolo affacciate sul mare. Un tempo abitate da pescatori, oggi ospitano per lo più ristoranti affollatissimi mentre l’acqua si colora di rosa e arancione al tramonto.
Ed è proprio da lì che si affacciano i caratteristici Mulini di Kato Myles, che risalgono al XVI secolo. Come vedrete hanno tutti pianta circolare, pareti intonacate con calce
bianca e tetto in paglia.
Sei di questi edifici possono essere visti quasi da qualsiasi punto di Chora. Se volete ammirarli più da vicino, ricordate che in cima alla collina può tirare un vento molto forte. io sono stato anche al Mulino di Boni, aperto alle visite da luglio a settembre; quest’ultimo ospitava una sezione del Museo Folkloristico di Mykonos.
Se ci andate a settembre come è capitato a me potrete partecipare alla festa del raccolto e scoprire di più sul funzionamento dei mulini e sui processi di coltivazione e
lavorazione dei prodotti agricoli locali, col risultato che l’anno dopo tornerete ad assaggiare il Retzina, fatto anche da voi.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato al Madagascar)