Segreti in tavola

11.04.2020
Le tradizioni pasquali
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Antonello Colonna

Cuoco, imprenditore, collezionista, ristoratore, albergatore, filosofo, poeta, inventore, rivoluzionario, “anarchico ai fornelli”… sono solo alcune delle definizioni usate da giornalisti, critici gastronomici, amici o semplici appassionati della cucina dello Chef. La verità è che Antonello Colonna, chef stellato di fama internazionale, sfugge a qualsiasi tentativo di catalogazione.

La rigidità di etichette, confini e regole non sembrano fatte per Colonna che, dall’istituzione della famosa porta rossa di Labico, ha sempre agito sotto l’impulso di una volontà anarchica, una forza entropica in grado di spazzare via quello che prima esisteva e sembrava apparentemente già perfetto. Ma ciò che per gli altri è perfetto per Antonello Colonna è perfettibile. D’altronde, solo chi conosce molto bene un mondo, può decide di raderlo al suolo e di ricostruirlo.

Maniaco dell’arte e dell’architettura, romano d’animo e di origine, ha fatto del legame con il territorio il suo punto di forza e dell’accoglienza e dell’ospitalità i cardini del rapporto con il cliente. Cliente che non è mai fino in fondo tale, ma è sempre molto di più.