Segreti in tavola
Le uova dipinte, fin dal Medioevo, rappresentavano un dono speciale per i bambini, un simbolo potente della Resurrezione. L’introduzione di una sorpresa all’interno dell’uovo affonda le sue radici nel 1883 in Russia, quando lo Zar Alessandro III commissionò al celebre orafo Peter Carl Fabergé un gioiello unico in platino e pietre preziose per sua moglie, la zarina Maria Federovna.
La storia della paternità delle uova di cioccolato e di altre golosità pasquali come coniglietti, campane e orsetti è meno definita, con Francia e Regno Unito che se ne contendono l’origine.
Tuttavia, l’idea di produrre uova di cioccolato specificamente per la Pasqua risale a circa un secolo fa, e Torino giocò un ruolo cruciale in questa evoluzione. La fase pionieristica ebbe inizio a Torino alla fine dell’Ottocento nel laboratorio di Madama Giambone. Con un’intuizione geniale, iniziò a creare uova di cioccolato dalle dimensioni sorprendentemente simili a quelle di gallina, diffondendo la curiosa voce che queste delizie provenissero direttamente dal suo “pollaio speciale”, dove le galline venivano nutrite con preziose fave di cacao.
Negli anni venti del Novecento, un’altra realtà torinese, Casa Sartorio, depositò un brevetto rivoluzionario: un macchinario capace di modellare forme vuote in cioccolato. Questa innovazione aprì la strada, a partire dal 1926, all’inserimento di una sorpresa all’interno dell’uovo, decretandone un successo immediato e duraturo.
La migliore tradizione torinese legata alle uova di Pasqua è rappresentata dalla squisita decorazione esterna con “ghiaccia reale”. Questa preparazione artigianale si ottiene lavorando un cornetto ripieno di albume d’uovo montato con zucchero a velo e colorato con pigmenti naturali. Questi veri e propri capolavori di pasticceria erano realizzati con maestria da un decoratore di talento, il siciliano Guido Bellissima, che tramandò la sua arte a numerosi cioccolatieri e pasticceri torinesi, contribuendo a definire l’eccellenza della tradizione pasquale della città.