Travel Experience

20.06.2025
Il silenzio di Salina, il respiro di Vulcano: Il mio viaggio al cuore delle Eolie
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Sono arrivato alle Eolie una mattina d’estate, con il traghetto che tagliava il blu del mare come una lama lenta. Desideravo solo silenzio e acqua salata, ma non immaginavo che queste isole mi avrebbero regalato molto di più.

La prima tappa è stata Lipari, un’isola viva, caotica nel modo giusto, dove i motorini sfrecciano tra le case bianche e si respira l’odore del pane caldo appena sfornato.

Ma è a Salina che ho lasciato il cuore. Raggiunta con un piccolo traghetto locale, ho affittato un motorino e mi sono perso tra Malfa, Pollara e le sue strade sferzate dal vento. Pollara è una terrazza sull’infinito, un luogo fatto di silenzi, fichi d’India e un tramonto che sembra un dipinto. Ho passato due ore seduto su uno scoglio, semplicemente a guardare il sole sparire, e per la prima volta dopo tanto tempo ho smesso di pensare.

Vulcano è un’altra storia, un’altra forza della natura. Ho deciso di salire fino al cratere e lassù ho trovato un panorama lunare, fumoso e primordiale. Ti senti incredibilmente piccolo, ma più vivo che mai, con l’odore acre di zolfo che ti entra nei vestiti e ti accompagna per giorni.

Infine, ho noleggiato un gommone. Con un ragazzo del posto siamo partiti verso Panarea, navigando tra acque limpide, grotte blu e scogli deserti. Ci siamo fermati per un pranzo semplice e perfetto: pomodori, pane, capperi e una bottiglia di Malvasia fredda. Eravamo solo noi e il mare. In quel momento, non mancava assolutamente niente.

Le Eolie vanno vissute così, senza fretta. Non sono isole per chi corre. Sono per chi ha il coraggio di fermarsi, di ascoltare e di respirare a fondo.