Segreti in tavola

11.10.2020
Il direttore Giuseppe Cerasa ci racconta la Guida di Repubblica dedicata al Quartiere milanese di Porta Venezia
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Porta venezia: protagonista della collana Quartiere d’Italia delle Guide di Repubblica

I dettagli fanno la differenza e quelli che incorniciano Porta Venezia meritano di essere raccontati in ogni loro sfaccettatura. È quello che accade nel nuovo volume della collana Quartiere Italia delle Guide di Repubblica, tassello milanese che va ad aggiungersi alle precedenti pubblicazioni dedicate a Navigli, Brera e Isola-Porta Nuova. Se Milano è come una grande torta con la sua caratteristica pianta a stella, la zona di Porta Venezia è una fetta dai gusti variegati: più l’addenti, più ne senti i diversi sapori che hanno saputo amalgamarsi in un piacevole insieme da scoprire. Uno spicchio di città che sorride agli amanti del verde, dell’architettura Liberty (e non solo), dei musei e dello shopping, senza dimenticare il legame che lo lega ad alcuni miti della letteratura italiana e internazionale. Quindi il “Quadrilatero del silenzio”, le opportunità per i più piccoli, le gallerie d’arte, la movida (siamo nel Rainbow District) e le cucine del mondo che qui hanno trovato terreno fertile.

Ad aprire la Guida le parole di Vinicio Capossela: “Soggiornavo in un albergo convenzionato con la mia casa discografica – racconta l’artista ripensando alla sua prima volta tra le strade di Porta Venezia – Mi ci trovavo bene e così iniziai a frequentarlo anche di mio. Era l’Hotel Cristoforo Colombo, all’inizio di corso Buenos Aires. Proprio dietro, in
via Tadino, c’era un ristorante, la Trattoria pugliese di Mario Emicrino, che nei primi anni Novanta sembrava uscita dal  set di un film italo-americano di Martin Scorsese”. Capossela ama passeggiare a piedi, vagando alla scoperta di angoli e scorci.
Penso ad esempio a via Melzo, con il vecchio bar sotto la sede della casa editrice Il Saggiatore. Tutta la zona, da via Benedetto Marcello, proseguendo per via Tadino con la sua bella Libreria Popolare, potrebbe essere un district dell’editoria libraria per il numero di redazioni e case editrici che ha ospitato, a partire dalla prima sede della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. In via Settala non posso fare a meno di citare il Charly, l’hotel per scrittori, di fianco al quale un tempo c’era la sede di un’altra casa editrice, la Marcos y Marcos, che poi si è spostata in Porta Vittoria”.
Quindi le testimonianze di Arisa, Victoria Cabello, La Pina, Ellen Hidding e Ferruccio Parazzoli e di quelle persone che del quartiere si ergono a protagonisti, da Riccardo Borghi, titolare di Porta Venezia Social District, a Matteo Pavesi, direttore del Cinema Milano, da Fabio Peri, conservatore del Planetario, a Diego Sileo, Curatore del PAC. E non
potevano mancare gli indirizzi dei migliori ristoranti, etnici, street food, pizzerie, botteghe del gusto, hotel, dimore di charme, b&b, artigiani e negozi (con oltre 230 indirizzi) della zona.
Porta Venezia è Milano – dice il direttore delle Guide di Repubblica, Giuseppe CerasaUno dei quartieri simbolo di questa metropoli che ha pagato un duro prezzo alla legge del Covid e che ora sta tornando ad assaporare ritmi, comportamenti e movenze di una capitale d’Europa, ferita ma non piegata. A Porta Venezia si respira quell’aria milanese fatta di palazzi disegnati con cura, di vetrine allestite con garbo e intelligenza, di glamour ma anche di tradizione, dove le stratificazioni segnate dal tempo e dalla storia resistono e danno un volto originale a questa città inimitabile. Raccontiamo Porta Venezia perché siamo convinti che Milano vada vissuta nei suoi dettagli, perché nei dettagli si nasconde il volto di questa straordinaria città”.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimenti delle Guide di Repubblica dedicato alle Marche)