Travel Experience
Si dice che sul Cammino si perda peso. Io vi confesso la verità: se si fanno le soste giuste, si ingrassa! Ogni tappa offre una specialità ed è impossibile resistere.
A Melide, ad esempio, ho assaggiato il pulpo a la gallega: polpo tenerissimo, servito su un tagliere di legno e condito con paprika e olio. Caldo, profumato, irresistibile. Me ne sono mangiato un piatto intero in un paio di minuti, gomito a gomito con altri pellegrini che facevano lo stesso: sembravamo una banda di naufraghi appena approdata.
E che dire della tarta de Santiago? Una torta di mandorle, dolce, semplice, con la croce di San Giacomo spolverata di zucchero a velo. Una sola fetta ti dà più energia di qualsiasi barretta. Ogni volta che la vedevo in vetrina, pensavo: “Ok, la prendo solo oggi.” Ma il giorno dopo era: “Ok, anche domani.” Risultato: credo di averla mangiata tutti i giorni.
Ma il Cammino non è solo questione di cibo. Ci sono i bar lungo la strada, con i timbri da apporre sulla credenziale. Ogni timbro è un ricordo. Ne ho collezionati decine: da un bar minuscolo in mezzo al nulla a una chiesetta dove un frate ti timbra e ti benedice, fino a un’osteria il cui proprietario ha disegnato il logo a mano.
Alla fine, più che un pellegrino, mi sono sentito un collezionista di timbri e piatti tipici. Ma vi assicuro che anche questo fa parte del viaggio.