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Ignazio Marino “ritorna” sindaco di Roma. Il primo cittadino che lo scorso 12 ottobre aveva formalizzato le sue dimissioni, nella giornata di ieri le ha ritirate tornando ad essere a tutti gli effetti sindaco della Capitale.
Una decisione, quella del chirurgo, presa anche grazie al sostegno di 2-3.000 sostenitori che la scorsa domenica erano accorsi in Campidoglio al grido “resisti”, alla fine ha ritirato le dimissioni. Non si è fatta attendere la risposta del Pd, ai ferri corti con Marino, che hanno deciso di far cadere la Giunta con le dimissioni in massa degli eletti. Per mettere infatti la parola “fine” all’era Marino, è necessario il passo indietro di 25 consiglieri e il Pd, che ne ha solo 19, avrebbe già trovato i 6 mancanti con una pronta operazione di scouting. Le dimissioni, come prevede il Tuel, per provocare lo scioglimento dell’assemblea, dovranno ora essere protocollate contestualmente da tutti i consiglieri.
A lasciare l’incarico dopo il ritiro delle dimissioni sono stati: l’incarico il vicesindaco Marco Causi, l’assessore ai Trasporti Stefano Esposito, l’assessore al Turismo Luigina Di Liegro e l’assessore alla Scuola Marco Rossi Doria, cioè tutte le new entry entrate in Campidoglio con il terzo rimpasto dello scorso luglio per tentare di dare il via alla nuova fase. A dimettersi anche l’assessore alla Legalità, Alfonso Sabella, che torna così a fare il magistrato.