Segreti in tavola
Avete presente le nespole? Quei frutti arancioni, dalla buccia sottile e dalla polpa dolce. Sembrano tutte uguali, e invece no! Dietro alle nespole si nasconde una storia lunga, piena di viaggi e di pazienza.
Ci sono due grandi famiglie di nespole.
Quelle che troviamo oggi al mercato — belle, succose, fresche — sono le nespole giapponesi, anche se il loro vero viaggio comincia in Cina, migliaia di anni fa. Poi il passaggio in Giappone, e da lì l’arrivo in Europa. Una storia da veri globetrotter, insomma.
In realtà i Romani conoscevano benissimo la nespola, ma era la nespola comune, quella europea che si raccoglieva acerba, dura come una pietra, e poi si lasciava maturare lentamente, su paglia o in cantina. Solo allora diventava morbida e dolcissima. E da qui il detto con il tempo e la paglia maturano anche le nespole. E per questo, nel Medioevo, la nespola era il simbolo della pazienza: niente di buono arriva subito.
La nespola è una pianta che si accontenta di poco: per coltivarle basta il sole, un terreno che non trattenga troppa acqua e un po’ di attenzione durante la fioritura. È rustica, resistente, sa affrontare anche i periodi difficili. Un po’ come certi contadini di una volta.
Le nespole sono leggerissime: pensate, hanno solo circa 30-40 calorie per 100 grammi, sono ricche di vitamina A, ottima per la pelle e la vista, e di vitamina C, che ci dà una mano a rafforzare il sistema immunitario.
E non mancano i sali minerali, come il potassio, che aiuta a regolare la pressione. In più, grazie alle fibre, sono alleate perfette per chi vuole mantenere l’intestino in salute. Insomma, piccole ma preziose.
E in cucina? le nespole sanno davvero stupire. Con i frutti si fanno marmellate dorate e profumate. Chi ama i sapori antichi può usare i noccioli per preparare un liquore aromatico, ma, secondo me, il vero segreto è aggiungerle in un’insalata estiva, con rucola, feta e una pioggia di noci! Sono una bomba!
Insomma, la nespola è il frutto delle cose che sanno aspettare.
Non fa rumore, non si impone… ma quando arriva il suo momento, sa essere dolcissima. E forse, ogni tanto, dovremmo prendere esempio anche noi.