Segreti in tavola
Avete mai assaggiato la paella? Nato a Valencia, questo piatto è diventato nel corso del tempo un punto di riferimento della gastronomia spagnola. E’ una ricetta che ha origini popolari: la zona di Valencia, infatti, è sempre stata ricca di verdure fresche grazie alla campagna valenciana, di polli, conigli e anatre per quanto riguarda la carne, e la vicinanza della “Albufera”, ovvero la laguna, caratterizzata dalla presenza di risaie, hanno decretato naturalmente gli ingredienti di questo piatto.
L’origine del nome paella deriva dal nome della pentola nella quale si cucina, la paella, appunto: una padella, in genere di ferro lavorato a mano o in acciaio, con due maniglie, o più se il diametro aumenta, ed un’altezza dei bordi variabile al variare del diametro. Diciamo che la padella da 20 cm di diametro è per 1 persona, e quella da 55 cm per 15. La più grande mai utilizzata misurava 21,5 metri di diametro per un peso di 23 tonnellate, è stata costruita a Madrid nel 2001.
La leggenda dice che la paella sia nata tra il secolo XV e XVI, per la necessità dei contadini e pastori di avere un pranzo facile da cucinare e da trasportare. Per quanto riguarda la “paella de marisco”, quella di pesce, invece, non abbiamo date certe di origine.
La tradizione vuole che la paella venga cucinata all’aria aperta e sul fuoco, alimentato con legna d’arancio, che a Valencia è facile trovare. Questa legna, a parte dare alla pietanza un certo aroma, ha la caratteristica di mantenere un fuoco costante e facile da controllare. Quando non è possibile utilizzare la legna il sistema più utilizzato è una serpentina circolare e a gas per distribuire equamente il calore a tutta la paella e chiamata “paellero”.
La paella è un piatto tipico da consumare a pranzo e non a cena. Di solito, i Valenciani si ritrovano attorno al fuoco ed in famiglia per mangiare una paella la domenica a pranzo. Meno chiara è la motivazione per cui la paella veniva consumata anche il giovedì. Due le ipotesi, una che fa riferimento ai ritardi di consegna del pesce, per preparare il brodo, che non arrivava ai paesi dell’entroterra prima del giovedì e un’altra dell’epoca franchista, quando alcuni domestici avevano il giorno libero proprio il giovedì, lasciando per la notte del mercoledì tutti gli ingredienti pronti per agevolare la “signora” di casa, ignara dei segreti della cucina, che doveva solo preparare il riso, amalgamare e far riposare.
(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicato al miele di melata)