Segreti in tavola

06.05.2021

Sappiamo tutti che gastronomicamente parlando l’Italia non è seconda a nessuno, ma abbiamo ancora un po’ da imparare per quanto riguarda le spezie, sicuramente più diffuse e utilizzate in altre culture dove si prediligono sapori più forti. Eppure piano piano anche nel nostro paese sta prendendo piede una ricerca di gusti nuovi, più speziati e particolari. Per esempio ha avuto grande diffusione il curry, il famoso mix di spezie di origine indiana.
Invece è ancora relativamente sconosciuto il berberé, una sorta di equivalente africano del curry. Si tratta infatti di una miscela di spezie tipica del corno d’Africa, in particolare Eritrea ed Etiopia, paesi in cui rappresenta uno degli ingredienti base della cucina nazionale.
Il berberé tradizionalmente contiene peperoncino, zenzero, chiodi di garofano, coriandolo, pepe nero e numerose altre spezie, alcune pressoché sconosciute da noi. Poi esistono diverse varianti di berberè, di cui le due principali sono quella con fieno greco e quella con cardamomo, la prima molto più economica e quindi più diffusa nelle zone povere e rurali, la seconda, con il cardamomo, tipica delle città e delle zone costiere.
Oltre al sapore esotico, speziato e veramente gustoso, il berberé ha il vantaggio di raggruppare tanti ingredienti diversi, ognuno ricco di sostanze e proprietà benefiche per il nostro organismo, e rappresenta quindi un condimento molto salutare. Per esempio ha ottime proprietà digestive e antinfiammatorie.
Il berberé si utilizza per dare sapore a moltissimi piatti africani, in particolare piatti di pesce e spezzatini, come il tipico zighinì. Ma il segreto, secondo me, è giocare ad aggiungerlo a ricette nostrane o a ingredienti per noi già conosciuti per iniziare a familiarizzare con il gusto di questo condimento e capire in che modo altera e valorizza sapori già noti. Per esempio il berberè si sposa benissimo con le lenticchie o con il pollo, provatelo!

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicato ai segreti della farina di segale)