Good Life

24.11.2018

Conventi ed eremi che propongono stage di silenzio sono sempre in overbooking. Un turismo spirituale che piace ai senior, ma anche ai ragazzi. Perché nell’assenza di rumori si verifica un reset dei sensi che enfatizza il sentire: senza ascoltare e parlare, le onde cerebrali rallentano predisponendo la mente a incontrare immagini, odori, sapori. In silenzio si comincia a intravedere il dettaglio creativo e stravagante degli oggetti, delle situazioni, delle parole, si mettono insieme i pezzi del puzzle e si colgono emozioni inesplorate. Perché silenzio non vuol dire semplicemente tacere o azzerare i suoni, ma chiudere i canali con il mondo esterno e aprire quelli con l’interno lasciando spazio alla consapevolezza. Senza distrazioni sonore si regolarizza il ritmo respiratorio, si ottimizza l’utilizzo dell’ossigeno, si abbassa la pressione. Un mix di fattori che determinano un rilassamento profondo.