Segreti in tavola

08.12.2025
I dolci dell’Immacolata: il primo profumo di Natale
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Avete mai notato che l’8 dicembre ha un sapore speciale? È come se, aprendo le finestre al mattino, arrivasse un profumo che annuncia davvero l’inizio del Natale. Perché la festa dell’Immacolata, in molte regioni italiane, è il giorno in cui si impasta, si frigge, si glassa. È il giorno dei dolci che scaldano la casa.

In Campania, ad esempio, è il momento dei roccocò e dei susamielli: biscotti antichi, speziati e profumati di agrumi, che raccontano di conventi e ricette custodite nei monasteri. A Napoli, l’Immacolata segna anche il debutto dell’olio nuovo nella friggitrice, perché arrivano le zeppole fritte e gli struffoli, piccole perle dorate legate dal miele.

In Puglia, invece, la festa è delle pettole, leggere nuvolette di pasta fritte e servite con zucchero, miele o vincotto. Non è raro che le donne del paese si riuniscano ancora oggi, come una volta, per prepararle insieme: mani che impastano e chiacchiere che profumano di famiglia.

La Calabria risponde con le sua cicerchiata, cugina stretta degli struffoli, e con le pignolate, montagnette di palline fritte ricoperte di miele caldo. In Basilicata compaiono le cartellate: roselline croccanti di sfoglia arrotolata, immerse nel vincotto di fichi o di mosto cotto. Sono così belle che sembrano addobbi commestibili.

In Abruzzo e Molise fanno capolino le ferratelle, sottili cialde lavorate con le vecchie piastre di ferro decorate, mentre nelle Marche il giorno dell’Immacolata è quello dei frustingo, dolce scuro e ricco di frutta secca, fichi e spezie. Un concentrato di energia per affrontare il freddo dell’Appennino.

Anche il Nord profuma di tradizione: in Piemonte si preparano i torcetti al burro, friabili e semplici, mentre in Emilia Romagna arrivano il pampepato ferrarese e il panone bolognese, impasti densi, scuri, ricchi di uvetta, miele e cacao. In Veneto, invece, si inizia a cuocere la pinza veneta, pane dolce rustico con fichi secchi e semi di finocchio.

E poi c’è la Sicilia, che non manca mai di stupire: l’8 dicembre è tempo di cubbàita, croccante di sesamo e miele, e di buccellati, scrigni di pasta frolla ripieni di fichi secchi, mandorle e spezie.

Sono dolci semplici, spesso poveri, ma con una ricchezza immensa: quella del gesto che passa di mano in mano. Perché l’Immacolata è questo: un ponte tra la tradizione e il desiderio di accendere, finalmente, la magia del Natale.