Segreti in tavola
Nel cuore dell’Emilia, tra i filari che ondeggiano tra Modena e Reggio, c’è un gruppo di produttori che ha deciso di cambiare il destino di un vino troppo spesso raccontato con leggerezza. No, non si tratta di un ritorno nostalgico al passato né di un’operazione di marketing alla moda. È una rivoluzione gentile, che nasce dal basso, dalla terra, dalle mani di chi il vino lo fa davvero, ogni giorno. Si chiamano Custodi del Lambrusco. Ventisette realtà diverse per storia, dimensione e stile, ma unite da un sogno comune: restituire al Lambrusco la sua vera identità. Un’identità fatta di freschezza, certo, ma anche di profondità, di lavoro artigianale, di rispetto per la terra e per la cultura che lo ha generato.
A guidarli è un Manifesto. Non un elenco di regole, ma un patto condiviso, una voce corale che dice: “Siamo custodi dell’essenza più pura del Lambrusco.” Un “siamo” che racconta appartenenza, energia, visione. Perché questo vino non è banale, e non vuole più essere raccontato come tale. È versatile, sorprendente, a tratti persino complesso. È un vino capace di parlare al presente, con uno sguardo saldo sul futuro.
Voce narrante di questa puntata Andrea Razzaboni, della Cantina Ventiventi è una giovane realtà vitivinicola situata a Medolla (MO), nel cuore dell’Emilia-Romagna. Fondata nel 2020 dalla sua famiglia, l’azienda si estende su 70 ettari di vigneti coltivati secondo i principi dell’agricoltura biologica e sostenibile. La cantina è progettata per integrarsi armoniosamente con il paesaggio circostante, con una struttura di 900 m² immersa nei vigneti. Ventiventi si distingue per l’approccio innovativo alla viticoltura, combinando tradizione e modernità. L’azienda valorizza i vitigni autoctoni come Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC, Sorbara, Ancellotta e Pignoletto. La produzione vinicola comprende diverse tipologie.