Segreti in tavola

23.08.2019
Ficodindia dell’Etna DOP
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– Sapevate che in realtà i fichidindia, nonostante il nome, vengono dal Messico?
– Per fortuna i primi esploratori dell’America videro questi succosi frutti prodotti da alcuni tipi di cactus e li portarono con sé al loro ritorno in Europa, e da quel momento i fichidindia iniziarono a essere coltivati in tantissimi paesi.
– In Italia il ficodindia cresce soprattutto in Sicilia, che presenta un clima ideale per la sopravvivenza di questa pianta. In particolare, nelle zone intorno all’Etna si produce il delizioso ficodindia dell’Etna DOP, che ha ottenuto la denominazione d’origine proprio perché è caratterizzato da un profondo legame con il territorio e con le tecniche di produzione.
– Infatti le condizioni ambientali della zona etnea sono particolarmente favorevoli alla crescita dei fichidindia: il terreno lavico è molto fertile, in più i venti dominanti, l’umidità e l’esposizione quasi costante ai raggi solari conferiscono ai frutti delle caratteristiche difficilmente ottenibili in altre condizioni.
– Una prima fioritura avviene tra maggio e giugno, con la formazione di frutti verdi, ma si applica la tecnica della scozzolatura, per cui i primi frutti vengono eliminati per ottenerne di più grossi e gustosi in autunno, tra settembre e dicembre.
– I fichidindia dell’Etna fanno bene: contengono buone quantità di fibre e sali minerali, soprattutto potassio, e poi sostanze antiossidanti e vitamine. Ha effetti benefici soprattutto per l’intestino.
– Il segreto per sbucciare i fichidindia senza rischiare di pungersi con le fastidiosissime spine: lasciateli in ammollo per circa un’ora, e poi procedete con l’operazione: meglio indossare guanti e utilizzare una forchetta per tenere fermo il frutto mentre, con un coltello, si incide la buccia lungo la lunghezza del ficodindia e poi si tira via, semplicemente, facendo “rotolare” via il frutto con la forchetta. In questo modo non dovremo sporcarci le mani… né soprattutto pungerle!