Good Life

25.11.2025

Oggi, come forse saprai, è la Giornata Mondiale voluta dall’ONU per l’eliminazione della violenza contro le donne, Una data che non chiede solo memoria per le vittime ma, soprattutto, educazione. Perché la violenza non nasce all’improvviso: germoglia nei piccoli gesti quotidiani, nei silenzi, negli stereotipi, nelle parole che i bambini imparano osservando gli adulti. E, allora, per sdradicarla, bisogna iniziare dalle radici, da quella palestra di emozioni che è l’infanzia, e insegnare ai bambini che il rispetto non è debolezza ma forza, che chiedere scusa non toglie dignità, che piangere non è “da femmina” e comandare non è “da vero uomo”. Parlare di empatia, insegnare a riconoscere le emozioni proprie e altrui, a scuola e in famiglia, con un’educazione affettiva, dovrebbe essere un linguaggio quotidiano. Non servono grandi lezioni: bastano esempi coerenti. Un padre che ascolta, una madre che dialoga, un insegnante che mostra rispetto nelle parole. Così, insieme, crescemo una generazione che non avrà bisogno di imparare a non essere violenta, perché conoscerà naturalmente la cura, la reciprocità e la gentilezza. Ogni bambino educato al rispetto, è un adulto in meno che userà la forza per affermarsi. E ogni gesto di ascolto, oggi, è un passo verso un mondo in cui la parola “violenza” diventerà finalmente un ricordo del passato.