Segreti in tavola

14.10.2025
Domenico Villani ci svela i segreti della fonduta valdostana
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Avete mai assaggiato un piatto capace di scaldare il cuore prima ancora del palato? In Valle d’Aosta, quel piatto ha un nome semplice e avvolgente: la fonduta. Non una semplice crema di formaggio, ma un rito collettivo, una coccola d’inverno che racconta secoli di tradizione alpina.

La sua storia nasce tra le montagne, dove i pastori, per non sprecare il formaggio prodotto d’estate, cercavano un modo per conservarlo e renderlo nuovamente cremoso nei lunghi mesi freddi. Così, dal cuore delle forme di Fontina DOP, nacque la fonduta valdostana: un’idea geniale di economia domestica e sapienza contadina.

In questa puntata Domenico Villani ci svela i segreti di questo piatto che si prepara con il formaggio tipico della Valle d’Aosta, la Fontina DOP: un formaggio grasso, a pasta semicotta, prodotto con latte intero delle mucche di razza valdostana. Deve essere stagionata il giusto — né troppo giovane, né troppo vecchia — per sprigionare quel sapore intenso e rotondo che si scioglie in bocca.

La preparazione è un gesto lento e preciso: la Fontina viene tagliata a dadini e lasciata riposare nel latte per qualche ora, poi sciolta dolcemente a bagnomaria insieme al burro e ai tuorli d’uovo, mescolando con pazienza fino a ottenere una crema liscia e vellutata. Nessun vino, nessuna farina: solo equilibrio e calore.

La fonduta si serve calda, fumante, in piccole cocotte o nel classico “caquelon”, e si gusta intingendo pane tostato, patate o verdure. Ma in Valle d’Aosta si accompagna spesso anche alla polenta o ai crostini di segale, per un comfort food autentico e nobile insieme.

Oggi la fonduta valdostana è un simbolo della cucina di montagna, un invito a sedersi intorno alla tavola e condividere non solo il cibo, ma il tempo, la compagnia, la memoria. Perché ogni cucchiaio racconta la generosità di un territorio dove la semplicità diventa poesia, e il calore del formaggio diventa il calore dell’anima.