Segreti in tavola

26.10.2025
Domenico Villani ci svela i segreti della Cassata siciliana, il trionfo dolce dell’isola
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Avete mai assaggiato un dolce che racconta tutta la storia della Sicilia in un solo morso? La cassata è proprio questo: un viaggio nel tempo e nei sapori, un mosaico di culture, colori e profumi che si fondono in una sinfonia irresistibile.

 

Le sue origini risalgono all’epoca araba, quando in Sicilia arrivarono la canna da zucchero, le mandorle e gli agrumi. Pare che il nome “cassata” derivi dall’arabo qashatah, che indicava una ciotola rotonda, la forma originaria di questo dolce. Con il passare dei secoli, i monaci nei conventi e le suore dei monasteri ne perfezionarono la ricetta, rendendola un simbolo di festa, in particolare della Pasqua.

 

La protagonista indiscussa della cassata è la ricotta di pecora, dolce e vellutata, lavorata con zucchero fino a diventare una crema candida e setosa. A questa si aggiungono gocce di cioccolato o scorze d’arancia candita, racchiuse in un guscio di pan di Spagna e pasta reale verde al pistacchio. Il tutto è poi ricoperto da una glassa di zucchero bianco e decorato con frutta candita, in un’esplosione di colori che richiama i mosaici barocchi e i carretti siciliani.

 

Ma esistono anche altre versioni: la cassata al forno, più antica e sobria, priva di glassa e pasta reale, racchiusa in una pasta frolla dorata; oppure le mini cassatine, piccoli bocconi di pura dolcezza, perfetti per accompagnare un caffè.

 

La cassata non è solo un dolce: è un simbolo di ospitalità, festa e orgoglio siciliano. Ogni fetta è un racconto di dominazioni arabe, normanne e barocche, fuse in un’armonia di zucchero, ricotta e arte. Perché in Sicilia, anche la pasticceria è un capolavoro.