Good Life
Poveritivi: la nuova tendenza che sta emergendo come alternativa agli aperitivi tradizionali, soprattutto in un contesto di cambiamento sociale ed economico. Un nuovo modo di vivere o socializzare più sobrio e consapevole, in contrapposizione all’aperitivo inteso come momento di consumo eccessivo o di spreco. Un gioco di parole tra “aperitivo” e “povero”, ma senza tristezza. Al contrario, è un inno alla creatività, alla convivialità senza sprechi e senza fronzoli.
Ma… cosa si mangia in un poveritivo? Niente finger food da chef stellati. Piuttosto, pane fresco, magari raffermo ma tostato, con un filo d’olio buono. Olive, sottaceti, patatine rustiche, taralli, carote crude, pomodorini, una fetta di formaggio locale, un avanzo di frittata tagliata a cubetti. E poi, ovviamente, il vino della casa, una birra artigianale o un’acqua aromatizzata con menta e limone. Gli aperitivi già li conosciamo: un momento conviviale che combina bevande con cibo abbondante, spesso a prezzi accessibili, e che ha sostituito in parte la cena tradizionale in molte situazioni sociali. L’apericena è percepito, poi, come più informale e meno sofisticato rispetto all’ aperitivo classico puntando, spesso, sulla quantità e sull’ accessibilità più che sulla qualità. I “povertivi” , invece, sono una forma di convivialità più essenziale e meno consumistica che sta emergendo come alternativa agli aperitivi e apericena, riflettendo un cambiamento culturale verso uno stile di vita più sobrio e sostenibile.