Good Life
Oggi ti parlo di linguaggio universale e simboli: si chiamano emoji, li usiamo ogni giorno e sono quei piccoli simboli colorati che hanno rivoluzionato il modo in cui comunichiamo sui nostri device. Sapevi che la prima emoji è nata in Giappone nel 1999? E’ stato l’artista e designer Kurita a disegnare la prima, con l’obiettivo di creare un modo semplice per trasmettere un’informazione: per esempio, invece di scrivere “nuvoloso”, bastava inviare l’icona di una nuvola; disegnò 176 piccole immagini da 12×12 pixel, ispirandosi a manga, caratteri cinesi e segnali stradali, per rappresentare meteo, emozioni, mezzi di trasporto e molto altro. Le prime emoji non erano solo decorative, ma aggiungevano un sotto testo emotivo ai messaggi, rendendo la comunicazione digitale più ricca e personale. Inutile dirti che il successo fu immediato in Giappone e, negli anni successivi, le emoji si diffusero in tutto il mondo, diventando un vero linguaggio universale della comunicazione digitale. Da allora, ne sono nate migliaia e, ogni anno, se ne aggiungono di nuove per esprimere emozioni, oggetti, animali e persino concetti più complessi. Le emoji non solo rendono i messaggi più divertenti, ma aiutano anche a evitare fraintendimenti, aggiungendo quel tocco di emozione che spesso manca nelle parole scritte.
Una curiosità: la faccina con le lacrime di gioia è stata per anni l’emoji più usata al mondo, tanto da essere inserita nel dizionario Oxford come “parola” dell’anno nel 2015! Nella Giornata Mondiale delle Emoji, scegli la tua faccina preferita e usala per dire qualcosa di speciale a chi ami. Perché a volte, un’emoji… vale più di mille parole!