Segreti in tavola

16.02.2020
Carciofo romanesco del Lazio IGP
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– Si dice che a Roma e dintorni siamo pigri… e forse è vero, visto che siamo riusciti a inventarci il carciofo senza spine!
– Sto parlando del carciofo romanesco del Lazio IGP, che in realtà è un ortaggio presente nel territorio del centro Italia da tempo immemorabile. Nel Lazio, però, se ne sono sviluppate le cultivar più pregiate, per via delle caratteristiche ottimali dei terreni della nostra regione. È coltivato in numerosi comuni in provincia di Roma, Viterbo e Latina.
– La raccolta dei carciofi viene effettuata a mano, inizia a gennaio e può protrarsi anche fino a maggio. Ma il periodo migliore sono i mesi di marzo e aprile. Il carciofo romanesco del Lazio è di grandi dimensioni, con la “testa” quasi sferica, il colore verde-violaceo e il sapore molto intenso.
– Il carciofo ha proprietà digestive e diuretiche, contiene tante sostanze benefiche e antiossidanti, vitamine e sali minerali, e in generale contribuisce al benessere del nostro organismo. In particolare, contiene cinarina, una sostanza che fa molto bene al fegato.
– Ormai radicato nella tradizione gastronomica regionale, il carciofo romanesco del Lazio viene utilizzato in moltissime ricette tipiche, per esempio il celeberrimo carciofo alla romana, farcito con aglio, prezzemolo e mentuccia e lessato in acqua e vino bianco, oppure il carciofo alla giudia, fritto. I carciofi si possono (e si dovrebbero!) anche mangiare crudi, in questo modo si manterranno al massimo gli effetti benefici di tutte le sostanze contenute al loro interno. Quando sono teneri, i carciofi crudi sono gustosissimi se conditi con del sale, olio, limone e accompagnati da foglie di menta, scaglie di parmigiano o bottarga grattugiata… e se ne può mangiare anche il gambo!
– Un segreto? Non buttate via l’acqua di cottura dei carciofi, perché è ricchissima di minerali. La potete “riciclare” utilizzandola, ad esempio, per preparare una minestra!