Travel Experience

12.03.2021
Alla scoperta di Yaounde
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Amici questa volta vi parlerò di un viaggio che mi ha portato nell’Africa più vera ed esattamente nella capitale del Camerun Yaounde. Il mio arrivo e’ stato abbastanza movimentato, per ritardi del volo e ritardo sulla riconsegna dei bagagli, ma appena uscito dall’aeroporto mi è apparsa l’Africa vera, chiassosa e colorata, a cominciare, da un taxi con i colori della bandiera camerunense e con all’interno un tassista che parlava con mia sorpresa un italiano stentato, con un forte accento del sud, sembrava quasi pugliese. Ha insistito anziché, per portarmi subito in albergo, per fermarmi in un luogo che loro chiamano Dulala, ovvero un mercato all’aperto, dove esiste uno Street food davvero pazzesco, ha poi insistito per farmi bere la birra locale e soprattutto per mangiare degli spiedini senza dirmi subito che era carne di scimmia, devo dire buonissima,poi ad ogni cosa che io chiedessi, lui mi diceva è per strada quindi si è fermato subito al Museo Benedettino di Mont-Febe un museo che si trova appena fuori Yaoundé, Ovviamente mi ha aspettato fuori io sono entrato nel museo dove in poco tempo ho potuto ammirare sculture gigantesche di animali e di uomini africani, l’ormai mio amico Dudu, tassista semi pugliese, sempre con la tiritera che qualsiasi cosa era per strada mi ha accompagnato anche alla Cattedrale di Nostra Signora delle Vittorie, devo dire che mi sono trovato davanti la cattedrale cattolica dell’arcidiocesi di Yaoundé con Dudu che mi spiegava che il progetto per la costruzione della cattedrale si deve a François Xavier Vogt, vicario apostolico di Yaoundé, che negli anni della seconda guerra mondiale desiderava edificare un santuario alla Vergine Maria per aver risparmiato al Camerun gli orrori della guerra. Stanco e con la voglia di una doccia e di albergo ho insistito per farmici accompagnare, ma Dudu ha insistito perché alla sera fosse ancora lui il mio Caronte, cosi si è presentato vestito a festa per accompagnarmi in un ristorante pazzesco, Mama Africa, dove ho assaggiato il piatto nazionale, il Ndolè, uno stufato con gamberi e carne di maiale, a cui vengono aggiunte erbe amare e pasta di arachidi, accompagnato da una birra pazzesca. Alla fine dopo una cena fantastica, Dudu si e’ finalmente accomiatato, la cosa che mi ha colpito di più è che non ha voluto nessuna mancia, è stato con me solo per il piacere di un viaggiatore, col quale scambiare del buon tempo, questa è la bellezza dell’Africa.

Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato a Sofia)