Da Non Perdere

18.05.2021

Si è spento nella sua Sicilia, dove è nato il 23 marzo del 1945, Franco Battiato se n’è andato dopo una lunga malattia.
Dal 2019 si era ritirato dalle scene e ritiratosi nella sua casa di Milo era riapparso soltanto sui social.

Poliedrico e completo, cantautore e cantante ma anche pittore e regista. Ha diretto anche diversi film tra cui Perdutoamor Musikante su Ludwig van Beethoven presentato alla Mostra del cinema di Venezia. Alla musica ha regalato capolavori come Centro di gravità permanente e la romanticissima La cura.

Deve il nome Franco a Giorgio Gaber per distinguerlo da Guccini. Da allora per tutti è stato Franco, persino per sua madre. Erano gli anni del primo Festival, quello del 1967 a cui partecipò con …e allora dai!  scritta a 4 mani con Giorgio Gaber.

Successivamente, gli anni ’70 sono gli anni della musica sperimentale.  In questo periodo pubblica alcuni album per l’etichetta indipendente Bla Bla fra cui l’esordio Fetus (recante in copertina l’immagine di un feto, all’epoca censurata) che vende circa 7000 copie.

Con l’album Clic, pubblicato nel 1974, segna l’allontanamento dell’artista dalle sonorità progressive e sperimentali dell’esordio a favore dell’avanguardia contemporanea e contiene Propiedad prohibida, brano che è stato utilizzato come sigla d’apertura del programma Tg2 Dossier. L’album viene in seguito ristampato in Inghilterra, con l’aggiunta di Aria di rivoluzione. 

Nell’estate del 1975 presenzia al Festival del proletariato giovanile tenutosi a parco Lambro, sotto l’organizzazione della rivista Re Nudo. Il nome del musicista compare assieme ad alcuni fra i più noti artisti della musica italiana del periodo, quali Francesco Guccini, Lucio Dalla, Giorgio Gaber, Francesco De Gregori e Antonello Venditti.
Nel 1976 con la chiusura della Bla Bla (con cui aveva iniziato a pubblicare agli anni degli anni ’70) passa alla Dischi Ricordi e prosegue il suo percorso nell’avanguardia colta iniziato con Clic.
In questi stessi anni si avvicina al genere teatrale portando in scena l’opera musicale Baby Sitter. Ben lontano dalla tradizionale piece teatrale, lo spettacolo frammentato in pezzi scenici si ispira ai ready made teorizzati da Marcel Duchamp.

Alla fine del decennio brani come Adieu, Una storia inventata, e dopo Roma e Valery lo riporteranno definitivamente alla forma tradizionale di canzone.
Non prima di avvicinarsi, nel ’79, alla musica orientale grazie a uno spiccato interesse per la civiltà del Medio Oriente. Inizierà infatti a studiare la lingua araba e si avvicinò all’esperienza spirituale del sufismo, praticata in prevalenza dai martiri del misticismo islamico.  L’era del cinghiale bianco è la massima espressione della suo essere avvezzo alla contaminazione culturale.

«Una ragazza di quindici anni mi ha scritto dicendo che non le frega niente di quello che dico, che comunque le piace da pazzi. Per me questo è il massimo, perché non voglio dire niente, oppure tutto.»

Con queste parole espresse dallo stesso Battiato si definisce la sua musica degli anni ’80: cambi di registro sia testuali sia musicali, e il ricorso alla citazione e al frammento senza raccontare una storia ma utilizzando frasi prive di nesso. Il pezzo che ne è esce è inedito e piace, perché le parole diventano ponte per far arrivare la musica.
Questa nuova fase lo portò a collaborare con altri artisti, su tutti con la cantante Alice, con la quale scrisse, nello stesso anno, Il vento caldo dell’estate. 

Gli anni ’80 sono gli anni del grande successo: l’artista pubblicò il suo album di maggiore fortuna critica e commerciale nel 1981, La voce del padrone, il cui titolo richiama il pensiero dello scrittore Georges Ivanovič Gurdjieff. Alle teorie psico-fisiche del filosofo si deve Centro di gravità permanente, uno dei suoi più grandi successi. Sul mistico di origine armena Battiato si espresse così:

«Il vero cambiamento della mia via, il più grande, lo debbo alla scoperta di Gurdjieff. Da solo con un’esperienza da autodidatta avevo scoperto quella che in Occidente, si chiama meitazione trascendentale, ma nel pensiero di Gurdjieff vidi disegnato perfettamente un sistema che già avevo intuito e frequentato. Esistono tante vie, esiste Santa Teresa e San Francesco; quella di Gurdjieff mi era molto congeniale. Una specie di sufismo applicato all’Occidente, all’interno di una società consumistica.»

L’intero LP include canzoni divenute classici della musica italiana fra cui Cuccurucucù  nel cui coro è presente Giuni Russo (non citata nei crediti), Segnali di vita, preludio al pop più riflessivo degli album immediatamente successivi. Il successo iniziale del disco nel febbraio del 1982 venne confermato dal successivo marzo quando si piazzò primo in classifica e a fine anno divenne il primo album italiano ad aver superato il milione di copie vendute. Lascerà il primato in classifica soltanto per essere sostituito dal successivo album del cantautore, L’arca di Noè. Quest’ultimo anche fu l’album italiano più venduto dell’anno preceduto solo da Thriller di Michael Jackson.
Questo disco reca il simbolo di ricerca spirituale e introspettiva: Voglio vederti danzare, altro capolavoro che ci lascia in eredità.

Nell’autunno del 1983 esce il dimesso Orizzonti perduti che presenta un massiccio uso di musica elettronica e si distingue per la totale assenza di strumenti acustici. Da questo stesso anno inizia a lavorare su un progetto frutto di una parallela attività di compositore colto che porterà alla pubblicazione di alcune opere di matrice sacra e accademica. La prima di queste è Genesi del 1986.

Con Fisiognomica Battiato torna al formato canzone ma comunque apre a un’impostazione classica e accademica non del tutto priva di un certo afflato spirituale e filosofico: un ripiegamento interiore che si rifletterà anche nella vita privata dell’artista, che deciderà di trasferirsi da Milano a Milo.

Filosofia che ritorna anche nel quindicesimo album del cantautore che, infatti, si ispira all’omonima opera di Aristotele. Contiene ballate come  E ti vengo a cercare e Secondo imbrunire, che fondono la canzone d’amore tradizionale a tematiche prettamente esistenziali.
Altri brani contenuti in Fisiognomica sono Nomadi, scritta da Juri Camisasca, e Veni l’autunnu, un omaggio alla terra d’origine, cantata con fonemi in lingua araba e siciliana.

Grazie a questo nuovo LP, nel 1989 Battiato viene chiamato da papa Giovanni Paolo II ad esibirsi in Vaticano, divenendo il primo cantante di musica leggera a tenere un concerto nella Città del Vaticano.

Il decennio degli anni ’90 si apre con la pubblicazione di Come un cammello in una grondaia, che in breve tempo vende oltre 25.000 copie. Il titolo allude a una citazione di al-Biruni, scienziato persiano vissuto nel XII secolo, che era solito pronunciare tale frase per indicare l’inadeguatezza della propria lingua nel descrivere argomenti di carattere scientifico. Registrato presso gli Abbey Road Studios l’album segna un ulteriore avvicinamento verso certe sonorità religiose e spirituali.
Ancora filosofia nella carriera di Battiato: il sodalizio con il filosofo Manlio Sgalambro, conosciuto l’anno precedente nella sua Sicilia, porta alle opere teatrali Il cavaliere dell’intelletto e l’album L’ombrello e la macchina da cucire. 

Gli anni ’90 si chiudono con Gommalacca, uscito nell’autunno nel 1998, uno dei massimi successi dell’artista oltre che grande esperimento musicale. Non prima de La cura, tributo all’amore universale, autentico ed intimo. Scritta nel 1996 esce nell’album “L’imboscata” il capolavoro forse più amato dell’artista.

Gli anni 2000 invece sono gli anni della trilogia Fleurs. In quegli stessi anni, precisamente nel maggio 2003,  riceve dal Presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi la Medaglia ai benemeriti della cultura e dell’arte, ritirata nel Palazzo del Quirinale.

Nel 2010 partecipa al Festival di Sanremo condotto da Gianni Morandi. Nell’occasione sale sul palco nella doppia veste di concorrente e direttore d’orchestra, accompagnando il cantautore siciliano Luca Madonia con cui presenta il brano L’alieno.

Il 23 ottobre del 2012, a cinque anni di distanza dall’ultimo album di inediti, esce Apriti sesamo, che si aggiudica, con oltre 30.000 copie vendute, il disco d’oro. L’opera ha accenti fortemente polemici contro la classe politica oltre alle consuete ricerche musicali morali e spirituali. Qui il pop è sorretto da esplorazioni elettroniche.

Il 2012 Battiato è l’anno della creazione di una serie di CD musicali di musica contemporanea dedicati all’Oriente.

Gli ultimi impegni musicali di Battiato sono nel 2016 il tour di successo Battiato e Alice con Alice appunto : trentadue date italiane quasi tutte sold out.
Il 17 settembre 2017 tiene il suo ultimo concerto al Teatro romano di Catania; le ultime quattro date del tour vengono annullate per motivi di salute.

Nel 2019, in occasione dell’uscita del suo ultimo album Torneremo ancora, viene annunciato anche il suo ritiro dalle scene.

La sua musica pop colta e raffinata è sempre stata costellata da contaminazioni etniche ed elettroniche. Questo lo ha reso un artista eclettico difficile da incasellare in un genere, un artista completo che ha spaziato i generi ha omaggiato la tradizione con uno sguardo sempre all’avanguardia.

Si è spento dopo una lunga malattia lasciando un vuoto incredibile nel panorama artistico, ma un’eredità ricca ed eterna.

 

 

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