Travel Experience

03.05.2021
Aarhus, sorella minore e più alla moda di Copenaghen
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Amici oggi altro viaggio nel profondo Nord, vi porto in Danimarca. Diciamo subito che, se si pensa alla Danimarca, di solito il pensiero corre subito a Copenhagen.
Ed è un vero peccato, perché non lontano dalla capitale si può trovare Aarhus, una città in perfetto equilibrio fra tradizione e innovazione, la nostra destinazione di
oggi.
Aarhus è la seconda città per importanza della Danimarca ed è stato un po’ come visitare la sorella minore ma più alla moda di Copenaghen.
Già l’arrivo prometteva bene: abbiamo iniziato la giornata tra le caffetterie di Graven nel Quartiere Latino, con
un dolce danese e un caffè per fare il pieno di energie. Vaganti  tra i vasi di piante colorate davanti a negozi e case, e panchine in
legno di Graven che creavano il perfetto scenario per fermarmi a osservare il viavai cittadino. Ho fatto colazione da La Cabra, una pluripremiata caffetteria che proponeva dolci locali in un ambiente molto accogliente.
Il Quartiere Latino che ho visitato è uno dei più antichi della città, nonché uno di quelli in cui è stato più piacevole perdermi girovagando senza meta.
Deve il suo nome alla somiglianza con l’omonimo quartiere di Parigi e, passeggiando tra le sue strade, ho visto casette basse dai colori vivaci.
Alcune di queste erano piuttosto antiche e risalivano fino al XVI secolo.
Non potevo perdermi l’ARoS Aarhus Kunstmuseum, uno dei musei più grandi d’Europa, l’unico sovrastato da un arcobaleno.
La sua colorata passerella in cima all’edificio mi ha attirato insieme a migliaia di visitatori. Si trattava dell’installazione Your Rainbow Panorama, un’opera di un artista danese inaugurata nel 2011. L’ho percorsa tutta per osservare le diverse sfumature cromatiche e fotografare un panorama cittadino unico attraverso le vetrate colorate.
Le esposizioni del museo, temporanee e permanenti, erano dedicate all’arte moderna e contemporanea, con tematiche che spaziavano dalla natura umana a versetti satanici.
Uno degli elementi più interessanti del museo è stata l’opera Boy dell’australiano Ron Mueck, una maestosa scultura di un giovane accovacciato alta ben 4,5 metri.
Con un altro dolce tipico in mano, una ciambella alla vaniglia, mi sono sentito molto piccolo, davanti a un bambino gigante che mi sovrastava imbronciato.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato alle Isole Lofoten)