Cinema e Serie Tv

26.11.2020

In giornate come quella di ieri che apre i 16 giorni fino alla Giornata Mondiali per i Diritti Umani, giova ricordare che i diritti non devono essere frutto e risultato di battaglie ma una concessione naturale che alla nascita ogni individuo deve ricevere. Per alcune categorie di persone così non è e non lo è mai stato. Il genere femminile è tra questi. Oggi le cose stanno cambiando e ancora molto devono cambiare affinché le bambine di oggi possano non vivere giornate come questa nel loro domani. La mobilitazione contro la violenza implica che la violenza c’è, e non deve esserci.
Senza retorica ecco i 5 film che consigliamo oggi sono sull’empowerment femminile che con il suo avvento ha cambiato il corso delle cose.

ERIN BROCKOVICH (2000)
La vera Erin Brockovich, ha compiuto 60 anni nel 2020 ma è diventata famosa quando nel 1993 ha intentato una causa contro la Pacific Gas & Electric, accusando l’azienda della contaminazione con cromo esavalente delle acque della città di Hinkley in California. Una contaminazione che andava avanti da circa 30 anni ma che è stata scoperta grazie all’intuito e alla caparbietà di Erin Brockovich, allora segretaria precaria di uno studio legale. La storia dell’attivista americana è stata poi la fonte di ispirazione per il regista Steven Soderbergh che portò sul grande schermo l’impresa dell’attivista americana interpretata da Julia Roberts. La donna, segretaria di uno studio legale, madre di tre figli, libera sentimentalmente dopo due divorzi, spinta da curiosità, intraprendenza e senso della giustizia, indaga sulla Pacific Gas and Electric Company. Nonostante la poca collaborazione dei suoi colleghi continua, indomita le indagini. Grazie al suo carisma, alla sua tenacia oltre a conquistare la fiducia degli abitanti del paese, alla fine fa emergere la verità. Erin Brockovich riesce a dimostrare anche che la compagnia non fece nulla per rimediare e che provò anche a nascondere l’avvelenamento.

AMELIA (2009)
Prima donna aviatrice ad attraversare l’Oceano Atlantico, prima a tentare il giro del mondo, celebrità assoluta del suo tempo, business woman ante litteram, figura animata da un indomabile desiderio di libertà, Amelia Earhart fu resa leggendaria dalla sua tragica sparizione nel nulla, il 2 luglio del ’37 . Vane le ricerche dell’allora presidente Roosvelt.
A prestare il volto a questa donna è Hilary Swank che ha un’incredibile somiglianza con Amelia Earhart. Quello che le preme raccontare è un’esistenza dettata dalla più spericolata determinazione, anche nell’errore o nel rischio estremo. Né gli affetti né la fama stessa vengono prima del bisogno di Amelia di vedere il mondo da un altro punto di vista, suo e soltanto suo, mentre sorvola in solitaria un pianeta a cui appartiene fino a un certo punto. Il cast comprende anche Richard Gere nel ruolo di George Putnam, il marito della Earhart.

SUFFRAGGETTE (2015)
Nella Londra del 1912, Maud Watts è una giovane donna occupata nella lavanderia industriale di Mr. Taylor, un uomo senza scrupoli che abusa quotidianamente delle sue operaie. Alcune di loro combattono da anni a fianco di Emmeline Pankhurst, fondatrice carismatica e ricercata della Women’s Social and Political Union. Solidali e militanti, le suffragette combattono per i loro diritti e per il loro diritto al voto. Ignorate dai giornali, che temono gli strali della censura governativa, e dai politici, che le ritengono instabili e inette fuori dai confini concessi, decidono unite di passare alle maniere forti. Pietre contro le vetrine, boicottaggio delle linee telegrafiche, bombe in edifici rappresentativi (ma vuoti), scioperi della fame, tutto è lecito per avanzare la causa. Mite e appartata, Maud diventa presto una militante appassionata e decisa a vendicare le violenze in fabbrica e a riscattare una vita che la costringe alle dipendenze degli uomini. Arrestata più volte, perde il lavoro e viene ‘ripudiata’ dal marito che la caccia di casa. Rimasta sola trova ragione e forza nella lotta politica, attirando con le sue sorelle l’attenzione del mondo che adesso dovrà starle a sentire. Un dramma che ripercorre la storia delle militanti del primissimo movimento femminista, costrette ad agire clandestinamente in uno Stato sempre più brutale.

MALALA (2015)
Si tratta di un documentario racconta la storia dell’attivista pakistana Malala Yousafzai, la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace.A 11 anni, sotto falso nome, Malala Yousafzai scriveva un blog per la Bbc, raccontando la vita quotidiana di una studentessa nella valle dello Swat. A 13 riceveva il Premio giovanile per la pace in Pakistan e rilasciava interviste sui media internazionali, denunciando l’oscurantismo dei talebani nei confronti delle donne cui veniva negata l’istruzione. A 15 anni quegli stessi talebani cercavano di ucciderla mentre si recava a scuola.
La storia della ragazza, raccontata da lei stessa nel best seller “Io sono Malala”, è l’ispirazione per il documentario firmato da Davis Guggenheim. Il film racconta l’iniziazione alla libertà di espressione della giovanissima Malala già dalla scelta del suo nome, lo stesso di un’eroina della tradizione Pashtun, Malalai di Maiwand, una sorta di Giovanna d’Arco afghana.

THE POST (2017)
Tom Hanks e Meryl Streep protagonisti diretti da Steven Spielberg raccontano la libertà di stampa nell’America degli anni ’70. Katharine Graham (Meryl Streep) è la prima donna alla guida del The Washington Post: ha preso le redini dell’azienda editore del quotidiano dopo la morte del marito e sta per quotarla in Borsa, scontrandosi con un ambiente dove il potere è di norma ancora in mano maschile. Ben Bradlee (Tom Hanks) è il testardo direttore del giornale. Katharine, bell’esempio di empowerment femminile, decide di pubblicare un monumentale scandalo di stato, i Pentagon Papers, con buona pace degli investitori (il giornale era allora in fase di ristrutturazione finanziaria) e a rischio della sua azienda, della prigione e della carriera dei suoi redattori. Fedeli al primo emendamento e all’intelligenza dei propri lettori, i giornalisti del Washington Post svelano le manovre e le menzogne della classe politica, assestando il primo duro colpo all’amministrazione Nixon.
Una relazione top secret di ben 7mila pagine, piena di segreti governativi, un documento che era stato stilato nel 1967 per l’allora Segretario alla Difesa Robert McNamara.

(Se l’hai perso leggi l’articolo dedicato ai 3 film non scontati, storie di donne del cinema italiano)